Benvenuti alla terza puntata di Dietro le Quinte!
Nel primo articolo ci siamo occupati della libreria, ovvero il luogo in cui il libro viene acquistato dal lettore. Ma prima di giungere a questo punto, il libro dovrebbe passare attraverso molte fasi intermedie ed essere letto molte volte da persone diverse. Un autore può rivolgersi ad agenzie o editor per migliorare il proprio manoscritto, eccovi alcuni esempi dei servizi da richiedere:
- la correzione di bozze, ovvero il processo nel quale vengono corretti tutti i possibili errori di forma, da quelli di ortografia, passando per i più banali errori di battitura, fino ai più terrificanti refusi;
- l’editing, ovvero la fase che prevede un lavoro svolto insieme all’autore volto a risolvere problemi di trama, di struttura e profondità dei personaggi, di credibilità dell’ambientazione, di rendere comprensibili le descrizioni e altre cose di questo genere; nonostante si creda il contrario, di solito la correzione di bozza e l’editing sono eseguiti dalla stessa persona;
- la valutazione, nella quale un esperto del mondo dell’editoria analizza pregi e difetti di uno scritto, come l’originalità o anche la vendibilità. Quale editore investirebbe su un libro non vendibile, per quanto scritto bene?
Oltre che da un editor, questi servizi possono essere rogati anche da un’agenzia letteraria; proprio di una di queste si occuperà questo articolo: segue l’intervista alle tre fondatrici dell’agenzia Mondoscrittura!
Innanzitutto, perché proprio Amelia, Grimilde e Maga Magò?
Cristina: L’idea era quella di impersonare delle streghe. Quanto a Maga Magò l’hanno scelta Greta/Amelia ed Enrica/Grimilde con la scusa di una certa affinità caratteriale (?) tra me e la Magò. In realtà, invidiose di me nella vita reale, hanno cercato di minimizzarmi in quella virtuale: l’appeal dei loro avatar salta agli occhi, no? Evidente il criterio con cui hanno scelto il personaggio, loro!
Siccome sono superiore ho fatto buon viso a cattivo gioco ma sto preparando un sortilegio molto interessante, tanto mi tange solo che possano leggere e scrivere, sulle loro restanti abilità posso infierire senza danni per l’associazione.
Greta: Quella dell’affinità caratteriale è una teoria che mi affascina molto, sopratutto perché di solito non vengo descritta come un’ammaliatrice.
E, invece, com’è nata concretamente l’agenzia?
Cristina: Sulla nascita dell’agenzia Greta/Amelia ha scritto un papiro/cronaca esatto fin nei minimi particolari. Lo abbiamo pubblicato sul sito, qui.
In sintesi Greta/Amelia fa una corte platonica e sfortunata a Enrica/Grimilde, io aggancio pesantemente Greta/Amelia in questo modo (parla Greta/Amelia riferendosi a me):
Una sera mi invia una mail nella quale, con nonchalance, mi chiede il mio numero di telefono. “Se non ti scoccia”, diceva.
Erano le 21.29 di una sera di fine agosto, quando la nostalgia per le vacanze ormai trascorse ti logora dentro. Rispondo con fiducia, è una persona con la quale mi scrivo ormai da svariati mesi.
Alle 21.43 squilla il cellulare, numero privato. Rispondo, colta da un lieve dubbio. Era lei!
Alla faccia della “corte” soft.
Insomma, passo pure da sfacciata. Personalmente, avrei volentieri aggiunto un tocco di magia alla storia, ma Greta/Amelia è per la ‘glasnost’ a tutti i costi…
Greta: Non si tratta di glasnost vs magia. Al contrario. Tre donne diverse, sconosciute, che si trovano nello sconfinato mare del web e riescono a trasformare le loro aspirazioni in una realtà: questa è pura magia!
Quali pensate che siano i vantaggi del proporsi come agenzia invece che come singoli, nel mercato dei servizi editoriali?
Cristina: Il vantaggio sta nella sinergia, nel fatto che siamo tre soggetti completamente diversi sotto ogni punto di vista, accomunati da un obiettivo unico e cioè dare, nel nostro piccolo, una spallata al sistema e fregarcene dei profitti. Questo vuol dire che valutiamo ogni prodotto e ogni servizio da tre ottiche diverse. Se convergono… bingo! Se c’è anche solo un pollice verso occorre rimboccarsi le maniche e dare un altro colpo di ramazza (severamente di saggina) prima di rilasciare.
Greta: Io per principio sono contraria a tutto quello che è autoreferenziale. Il confronto con “l’altro” è un arricchimento, tanto più l’altro è diverso da noi e ci permette di guardare angoli di realtà che siamo soliti ignorare.
Prima di cominciare questa avventura, avevate mai avuto a che fare con altre agenzie, sia come clienti che come dipendenti?
Enrica: Io mi sono trovata da entrambe le parti della barricata. Ho collaborato con l’agenzia di servizi letterari di un portale contro l’EAP in qualità di editor e valutatore, in seguito ho messo in piedi un piccolo portale web, La Strega Spocchiosa, in cui offrivo servizi editoriali a titolo gratuito; rivestendo i panni dell’aspirante scrittrice, mi sono avvalsa dei servizi di Studio83, che ho trovato molto validi ma un po’ troppo onerosi. Entrambe le esperienze mi hanno comunque fatto capire quanto questo mondo sia complesso; è necessario muoversi con attenzione e oculatezza, perché anche il minimo errore di valutazione potrebbe compromettere la tua credibilità. E poi diciamocelo: gli aspiranti scrittori sono tra i clienti più difficili con cui trattare…
Greta: Io mi sono rivolta all’agenzia di servizi letterari dello stesso portale col quale collaborava Enrica/Grimilde, per la prima,vera opinione esterna sul mio romanzo. E’ stato un passo importante, e non nego di aver aperto la scheda con un fremito d’emozione. Questo perchè scoprire cosa pensa del tuo testo uno sconosciuto, esperto del settore, è il primo punto per potersi migliorare.
La domanda che molti fanno è: perché un aspirante scrittore dovrebbe rivolgersi a qualcuno per correzioni di bozze ed editing se (almeno in teoria) dovrebbe essere compito dell’editore pensarci?
Cristina: La risposta più immediata è… perchè così aumentano le probabilità dell’aspirante di non essere scartato dopo le prime tre righe lette dallo scrematore di turno. In realtà, soprattutto per quel che riguarda l’editing e la valutazione, può essere fatto un discorso a priori. Ossia, molto spesso uno scrittore non ha idea delle proprie potenzialità e/o dei propri limiti. Farsi editare e valutare può significare fare un viaggio dentro la propria scrittura insieme a qualcuno che,con occhio critico e costruttivo, analizzerà e commenterà i paesaggi che egli ha dipinto. Un buon editing, una valutazione accurata, aumentano le probabilità che il manoscritto, infilato una bottiglia di vetro e affidato all’oceano dell’editoria italiana, possa essere pescato da un editore serio.
Greta: In aggiunta a quanto detto da Cri, ci sono molti autori che scelgono di optare per un POD. In quel caso, editing e revisione di bozze sono determinanti. Ho provato sulla mia pelle quanto snervante sia leggere e rileggere il tuo romanzo per un numero di volte imprecisato, alla ricerca del refuso perduto. Un occhio esterno compie lo stesso lavoro nella metà del tempo e con il doppio del risultato.
Quindi questo si nasconde dietro l’oscura definizione di “agenzia letteraria”.
Nel prossimo articolo di occuperemo di un’altra figura importantissima del variegato mondo dell’editoria!