Difenderemo i vostri nei

Da Villa Telesio

- Non possiamo darle una pistola se ne rende conto vero? Come possiamo fidarci di lei? Ha fatto fuori due nostri agenti, per l’amor del cielo vuole collaborare?

- Col cazzo! Non esco!

La situazione si era fatta tesa e apparentemente senza via di uscita nella palazzina B del complesso urbano Nuova Delhi. Tutta Maldonian era incollata allo schermo televisivo nella speranza di veder concludere la vicenda in un bagno di sangue. Questo ovviamente Rufus lo sapeva e lo faceva incazzare ancora di più ma non si sarebbe consegnato alle forze dell’ordine, teste di cuoio, carri armati elicotteri droidi scarafaggi giganti insalate russe spaghetti Ramen caldi o chiunque fosse venuto a cercare di stanarlo. Accovacciato  sotto la finestra al terzo piano teneva il cellulare stretto tra le mani e sudava freddo. Un poster di Cassius Clay lo fissava severo dalla parete di fronte. L’appartamento faceva parte di una costruzione fatiscente popolare in cui risiedevano magrebini spacciatori  troie testa d’angelo e cani paraplegici senza una gamba.

- Fottili Rufus, non aspettano altro, vogliono che ti faccia ammazzare come uno stronzo lo capisci vero?

Il negro parlava chiaro, “ Cristo se ha ragione”  andava pensando Rufus, nella sua testolina pelata confusione schizzofrenica.

-Non ho i tuoi guantoni Muhammad, tu questo lo capisci vero? scimmiottò R. Il pugile permaloso non rispose

-Bene ora sono pure da solo, sono nella merda.

-Forza Signor Meglei esca, dobbiamo contarle i nei, se collabora le assicuro che faremo di tutto per darle il minimo della pena

-Non mi faccio catalogare idioti, non lo capite? Fottetevi, i nei sono i miei  e dovete venire su a stanarmi se volete contarli? Non esco e questo è un dato di fatto!

-Non credo che riusciremo a convincerlo lo scemo- sentenziò con becero sarcasmo il tenente del reparto N.E.I.  La truppa rise.

OK  ora che faccio? Mi faccio esplodere? No perché poi ce li voglio a raccogliere i nei sparsi ovunque, tra schizzi di sangue e brandelli di carne … stavolta non ne esco, sono un “marcatore randomizzato” e loro lo sanno bene, avranno usato un algoritmo d’istanza per localizzarmi…

-Abbiamo dei cecchini appostati nel tetto e nel palazzo di fronte, cosa crede di fare? Se le spariamo abbiamo il tempo sufficiente di irrompere e contarla che crede, riusciamo ad espandere il “gate” a 6 minuti, ci basta, è sufficiente…

Rufus pensò velocemente. Si spogliò, prese un pennarello e incominciò a segnare una mappa stellare tra i nei della schiena, costellazioni, grandi carri, animali, tracciati di navigazione profonda, autostrade siderali. Strisciò fino al bagno, aprì l’armadietto e aprì il barattolo delle pillole. Ingogliò morfina ed antidolorifici poi iniziò a scarnificare la pelle con un coltello affilato. Rivoli di sangue facevano delle mani di R. spugne di carne imbrattata, iniziò ad urlare.

-Che coglione- pensò Cassius

Non mi avranno, non li avranno, prima di contarli mi scotenno, giuro sulla Madonna!

La porta si aprì allimprovviso e tre agenti fecero irruzione. Esplose un fumogeno. Urla, spari, lampi e tonfi. Rufus si senti preso ad un braccio.

-Lasciatemi, lasciatemi-  strattonò forte ma la presa era tenace, poi vide i corpi di due poliziotti a terra mentre veniva portato fuori dall’appartamento.

-Ma chi siete? Li avete uccisi, che volete?

-Lei non si preoccupi, difenderemo i suoi nei!


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