Questa presentazione richiede JavaScript.
[ Difesa ] – In Afghanistan sono circa 150 e sono tutte operative, con ruoli che vanno da Comandante di plotone a pilota di elicottero o fuciliere.
Compiti prevalentemente operativi anche per la nutrita rappresentanza di donne con le stellette, circa 50, presente in Libano nell’ambito della missione UNIFIL.
Altre 25 militari sono impegnate nell’operazione Ocean Shield a bordo di Nave Grecale, 12 in Kosovo e una ad Al Bateen (Emirati Arabi) con la Task Force Air (TFA).
Da quando, dodici anni fa, le prime donne entrarono a far parte delle Forze Armate, di strada ne è stata fatta tanta. A confermarlo è proprio il loro impiego in tutti gli ambiti che vedono impegnati i colleghi uomini, sia nelle missioni internazionali sia in Patria.
Attualmente il personale femminile di Esercito, Marina, Aeronautica e Carabinieri, tra Ufficiali, Sottufficiali e Volontarie, supera quota 11.770 unità (quasi il 4% del totale dell’organico). La presenza più corposa si registra nell’Esercito, dove le donne rappresentano il 7% della consistenza della Forza Armata. Una percentuale che si attesta al 4,3% nella Marina, al 2% nell’Aeronautica e all’1,3% nell’Arma dei Carabinieri.
Numeri a parte, tanto è cambiato da quando, nel 2000, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite adottò la Risoluzione 1325 su ‘Donne, Pace e Sicurezza’ che, per la prima volta, riconosceva la specificità del ruolo e dell’esperienza delle donne in materia di prevenzione e risoluzione dei conflitti.
In sintesi, la conferma che le donne militari rappresentano un valore aggiunto per la Difesa.