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Fortunatamente poche settimane fa, nel marzo del 2011, in seguito alla campagna di Porte Aperte Internazionale “Free to believe” e all’assidua attività diplomatica dei loro collaboratori nelle sedi delle Nazioni Unite, il Consiglio per i Diritti Umani dell'ONU ha adottato un’importante Risoluzione presentata dal Pakistan in nome dell’Organizzazione della Conferenza Islamica. Questa Risoluzione rappresenta un primo passo importante nella demolizione dell’odioso concetto di “diffamazione delle religioni”. La risoluzione adottata mira a “Combattere l’intolleranza, gli stereotipi negativi, la stigmatizzazione, la discriminazione, l’incitamento alla violenza e la violenza contro le persone sulla base del credo religioso”. Non più le religioni, ma finalmente le persone. Questo approccio abbandona il pericoloso concetto di diffamazione delle religioni, in passato portato avanti con insistenza dall’OIC stessa, un concetto che legittimava le temutissime leggi sulla blasfemia. La risoluzione si spinge a riaffermare il diritto alla libertà religiosa e di credo, includendovi il diritto ad adottare una religione per scelta personale e il diritto a esprimere liberamente le proprie opinioni in merito. Condanna inoltre ogni campagna d’odio religioso e riconosce che il dibattito pubblico di idee differenti può essere uno dei sistemi di protezione migliori contro le intolleranze religiose. Non possiamo dimenticare che le leggi contro la blasfemia nel mondo sono uno strumento di persecuzione. Proprio in Pakistan il 15 marzo 2011 Qamar David, un cristiano incarcerato proprio per mezzo di questa legge, è morto in prigione molto probabilmente assassinato. In Egitto, Maher El-Gohari è stato costretto a scappare in un altro stato dopo essersi convertito dall’islam al cristianesimo. Sono solo due casi recenti, diversi ma motivati dalla stessa intolleranza di fondo, intolleranza che le leggi sulla blasfemia fomentano e autorizzano. Durante i dibattiti in Consiglio su questa risoluzione, molte delegazioni hanno fatto riferimento agli assassini in Pakistan del governatore Salmaan Taseer e del ministro Shahbaz Bhatti, entrambi impegnati a favore delle minoranze in questo paese e contro la legge sulla blasfemia.
“Ogni individuo ha diritto alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione; tale diritto include la libertà di cambiare religione o credo, e la libertà di manifestare, isolatamente o in comune, e sia in pubblico che in privato, la propria religione o il proprio credo nell'insegnamento, nelle pratiche, nel culto e nell'osservanza dei riti” (Articolo 18 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo – Assemblea Generale delle Nazioni Unite, 1948).
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