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Diga ad Hasankeyf: il popolo non si arrende

Creato il 01 aprile 2011 da Traveltotaste

Diga ad Hasankeyf: il popolo non si arrende 

Mezzo secolo di discussioni a riguardo e ancora la situazione non è definita.

Il governo turco sostiene il progetto di realizzare una diga ad Hasankeyf con la motivazione che ciò genererà energia idroelettrica portando sviluppo ad una regione povera.

Molti altri, giustamente, sostengono che la diga distruggerà irrimediabilmente un patrimonio ambientale e culturale risalente a più di diecimila anni fa.

La popolazione locale continua ad opporsi perché, oltre ad amare il proprio territorio, si è resa conto che negli ultimi anni anche i turisti hanno iniziato a conoscere ed apprezzare l’est della Turchia ed a scoprire questo remoto villaggio dalla bellezza inaspettata.

La scorsa settimana è stata organizzata una marcia dal nome ‘Keep Hasankeyf Alive’, manteniamo Hasankeyf viva, organizzata dal Partito curdo per la pace e che ha visto austriaci, danesi, italiani, curdi e turchi tutti riuniti sulle rive del fiume Tigri a piantare alberelli come simbolo di speranza e di sfida contro il progetto del Governo.

Negli ultimi 63 anni ai residenti nella zona è stato vietato di ristrutturare le proprie case perché avrebbero rischiato di rovinare un sito storico. Risulta però chiaro di come sia stato solo un tentativo di spingere le persone ad abbandonare la zona, visto che lo stesso sito storico verrà presto sommerso dall’acqua.

Numerosi archeologi affermano che la zona sia interessante per la presenza di tracce risalenti a civiltà del periodo romano, bizantino, selgiuchide ed ottomano e che ci vorrebbero addirittura cinquant’anni di scavi per riuscire a riportare alla luce i reperti ancora sepolti.

Lo scorso anno l’accesso al castello è stato chiuso a causa della caduta di una roccia e della conseguente morte di un uomo. Questo ha causato un danno economico ai locali negozi di abiti tradizionali, tappeti e ristoranti. I residenti lamentano il fatto che se la stessa cosa fosse successa in Cappadocia, il Governo si sarebbe comportato in maniera differente perché in quella zona non ricercano altri interessi disgiunti dal turismo, ormai sviluppato da molti anni.

Chissà se la situazione prenderà la giusta piega, io comunque continuo a sperare che la zona sia visitabile ancora per moltissimi anni.

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