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Digital Humanities 2012, Hamburg #dh2012

Da Arturo Robertazzi - @artnite @ArtNite
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La notizia è fresca fresca: andrò alla conferenza Digital Humanities 2012, che si terrà dal 16 al 22 luglio all’università di Amburgo.

Mi sono avvicinato a questa area di studi, Digital Humanities e Social Informatics, dopo aver scritto La logoinformatica: una scienza che verrà. Come confessavo qualche giorno fa, a partire da quell’articolo, un po’ per scherzo, ho cominciato a scoprire un nuovo mondo in cui letteratura e arti sono mescolate a fisica, equazioni e algoritmi. È un mondo affascinante che sa di futuro, di fantascienza. E che esiste già.

È un’opportunità immensa per capire il ruolo del digitale nella letteratura.

Ma la notizia è, forse, un’altra: il Professore con cui collaboro per le mie ricerche scientifiche, Prof. E-W Knapp, ha deciso di inviarmi alla conferenza, perché “mi pare interessante capirne di più”, ha detto.

Il dipartimento di biologia, chimica e farmacia manda un ricercatore in chimica computazionale a una conferenza in Digital Humanities.

In Italia questo sarebbe impossibile: una flessibilità e un’apertura culturale del genere in un sistema accademico come il nostro è pura fantascienza.

Alla conferenza ci sarei andato anche a mie spese, ma parteciparvi come ricercatore della Freie Universität mi rende felice: i due cervelli, lo scrittore e il chimico computazionale, davvero si stanno unificando.

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2 Commenti a “Digital Humanities 2012, Hamburg #dh2012”

  • Digital Humanities 2012, Hamburg #dh2012
    Marta scrive: 13 giugno 2012 alle 12:27

    Mi riferisco a questo:
    “In Italia questo sarebbe impossibile: una flessibilità e un’apertura culturale del genere in un sistema accademico come il nostro è pura fantascienza.”

    Non sono totalmente d’accordo, molto probabilmente questo è vero in molte realtà, ma non in tutte, ed è giusto rendere giustizia a chi se lo merita. Io ad esempio, laureata in Lettere e in Linguistica sono assunta dal dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’UniPd per lavorare e fare ricerca proprio su tematiche di Digital Humanities. La fantascienza è arrivata anche qui.

  • Digital Humanities 2012, Hamburg #dh2012
    Arturo Robertazzi scrive: 13 giugno 2012 alle 12:33

    Cara Marta,

    a me pare scontato che un dipartimento di Ingegneria dell’informazione prenda una laureata in Lettere e Linguistica per lavorare su Digital Humanities.

    Ma pensi sia possibile che in Italia un chimico computazionale che lavora in un dipartimento di biologia su un progetto tipo “nuove interazioni in proteine” venga inviato a una conferenza sul Digital Humanities (cioè a una conferenza che non ha niente a che vedere con il suo lavoro di chimico) solo per “capirci” di più?

    Io credo di no.

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