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Diglielo da parte mia di Joan Didion

Creato il 16 ottobre 2014 da Vanessa Valentinuzzi

downloadTitolo: Diglielo da parte mia
Titolo originale: A Book of Common Prayer
Autore: Joan Didion
Traduttore: Adriana Dell’Orto
Editore: Edizioni e/o
Data di uscita: 23 ottobre 2013
Genere: Romanzo
pagine: 267
prezzo: 15 €

Terzo libro della Didion, pubblicato per la prima volta nel 1977, Diglielo da parte mia (nella traduzione di Adriana Dell’Orto) è la storia di Charlotte Douglas, affascinante quarantenne sposata ad un avvocato di successo di San Francisco, Leonard Douglas, invischiato nel traffico internazionale di armi. Charlotte ha una figlia, Marin – nata da una precedente relazione – , che prende parte ad un attentato insieme ad un gruppo terrorista. I federali la identificano, ma la ragazza fugge. La madre parte alla ricerca disperata di Marin e finisce a Boca Grande, sperduta città dell’America Centrale. Ma, oltre al dolore per il destino della figlia, Charlotte deve affrontare il matrimonio in crisi con Leonard, e il rapporto irrisolto con il primo marito, Warren.
Tragedia personale e corruzione sociale sono al centro del romanzo la cui narratrice è Grace Strasser-Mendana, l’altra norteamericana di Boca Grande, un’antropologa sessantenne originaria di Denver che ha sposato il figlio della famiglia politicamente più influente della zona. La cosa interessante e destabilizzante è che Grace è una narratrice inaffidabile –  come Nick Carraway in Il grande Gatsby – , ammette di non essere una testimone fedele della storia di Charlotte, dando vita ad un romanzo sulla memoria intermittente. E nel tentativo di Grace di ricomporre dei ricordi non si può non sentire l’eco di Proust – altro indizio: la Didion chiama Jockey Club un locale di Boca Grande, proprio come l’elegante circolo di cui è membro Swann nella Recherche.

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La Didion ha dichiarato in un’intervista di essersi voluta concentrare su cosa accade a dei ragazzi ai quali i genitori non hanno insegnato le regole sociali. E la figlia diciottenne di Charlotte è l’emblema di una generazione  che improvvisamente avverte il bisogno di rivoluzione, ma sa solo opporsi in modo violento al sistema con rabbia e crudeltà verso l’ambiente borghese in cui ha vissuto. Charlotte, cresciuta in un ambiente rassicurante della media borghesia, è una donna ingenua che non ha mai avuto un vero dialogo con la figlia e non riesce inzialmente a capire come Marin possa essere diventata una terrorista ricercata dall’FBI. La Didion da sempre attratta dalla stupidità e dalla crudeltà, ha voluto raccontare, come ha scritto Martin Amis, la Geat Californian Emptiness – una società ricca di contrasti dove convivono le star di Hollywood e i serial killer, il lusso di Beverly Hills e i quartieri poveri e violenti come Inglewood. Uno Stato ambiguo in cui già a fine anni ‘70 il numero dei divorzi è il doppio della media nazionale, dove dilagano ferocia, ignoranza, omicidi senza motivo, genitori che danno peyote e LSD ai figli.

L’atteggiamento di Charlotte verso la politica rappresenta il lato naïf della California, la protagonista ha sempre creduto che i mali della società si sarebbero aggiustati miracolosamente in qualche modo da soli, e che alla fine vincono i buoni. Invece, Charlotte finisce a Boca Grande, località senza storia, capitale di un governo instabile.

Joan Didion in una foto di Julian Wasser del 1972

Joan Didion in una foto di Julian Wasser del 1972

Il mondo è arido in questo ambizioso romanzo della Didion; ironia e scetticismo dominano la prosa in un racconto aspro sulla fine delle illusioni. Non c’è spazio per la felicità: Charlotte ama disperatamente sua figlia ma non è ricambiata, Grace sta morendo di cancro, l’amore sia con Leonard che con Warren è impossibile. La morte incombe sulla storia fin dalla prima pagina. E anche la tragedia più grande viene raccontata senza indugiare nel sentimentalismo. Nulla è esplicito, lo stile della Didion gioca sul non detto, sulla narrazione asciutta che segue una struttura non lineare. Il mondo è violento, impazzito, e la prosa che ce lo racconta è frammentata, peina di ripetizioni, i dialoghi surreali. Disillusione e follia perseguitano Charlotte, innocenza e male si scontrano e nessuna preghiera, né speranza riescono a salvarla o a ricostruire la sua vita; il titolo del libro si riferisce all’unica sorta di privata preghiera ripetuta  dalla protagonista: «Dì a Marin che si sbagliava. Diglielo da parte mia».
A breve uscirà una versione cinematografica diretta da Campbell Scott con Christina Hendricks (la bravissima protagonista di Madmen) nel ruolo di Charlotte Douglas.


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