Digressione 7

Creato il 10 febbraio 2011 da Patuasia

La donna ancora prigioniera di questa dualità!

Discussione interessante, ma allo stesso tempo inquietante su Facebook. La introduce Aurelio Mancuso, pubblicando un pensiero di Elisabetta Lunardi. Secondo quest’ultima è molto più libera una donna che “gestisce” il suo corpo ai fini carrieristici che una costretta a casa ad accudire vecchi o bambini. Aurelio trova questa riflessione “Stupenda”. A mio parere, invece, trattasi di una stupenda banalità. Non sono le due facce della stessa medaglia? Possibile che intorno alla donna non ruotino altri punti di vista che non siano per forza quelli o di madre o di puttana? Secondo Mancuso la libertà è anche l’autodeterminazione del proprio corpo e va bene, meno bene quando questa autodeterminazione viene usata per fini che considero amorali. Quali? Quelli per far carriera, ad esempio. Vorrei che il primario donna del mio ospedale e di tutti gli ospedali del mondo, svolgesse il suo ruolo perché è competente e non perché ha belle cosce che mette consapevolmente a disposizione. Vorrei che l’assessore che decide del mio territorio fosse stata eletta perché ha convinto la sua parte di elettorato senza prendere in prestito le sue prorompenti tette. Che la donna usi liberamente il suo corpo per piacere o per scelta professionale, se di scelta si tratta, ma che non ne faccia merce di scambio con la meritocrazia. No, caro Aurelio io non mi mischio con queste donne che hanno occupato importanti ruoli solo perché possiedono un bel sedere e non cosidero libera una ragazzina che si lascia usare per una ricarica del cellulare. Non è questa la libertà sessuale per la quale mi sono prodigata in gioventù, perché di libertà non si tratta. Ancora una volta la donna per essere ha bisogno dell’uomo sia che la spupazzi o che la sposi. Questa fasulla considerazione di libertà fa il verso al berlusconismo imperante, prova che ha radici ovunque e qui l’inquietudine sorge e corruga la fronte.


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