Arina Gordienko, Wide Shut Mouth
Eppure dimentichiamo.
Nonostante il dolore, nonostante lo strappo, nonostante amore e morte.
Nonostante le promesse fatte e scambiate, le promesse non dette, le promesse estorte e insinuate.
Dimentichiamo: prima appena appena, un lento e dolce rilascio delle pena, un allontanarsi nel tempo, un'immagine meno nitida della memoria.
Scompaiono gli odori, scompaiono i timbri e i suoni della voce, si diradano sogni e incubi.
Piano piano passano le ore, e poi i giorni, e poi i mesi. Poi non li conti più: e solo se qualcosa ti fa pensare al passato, solo allora ti rendi conto che non hai pensato, non hai ricordato. Non hai pianto.
Quant'è che non piangi? Quanto che la mancanza non ti morde il cuore? Quanto che impercettibilmente, passo dopo passo, hai ricominciato a camminare, a guardarti intorno, a vivere la vita con un'aspettativa, una qualsiasi, una nuova?
Dimentichiamo.
E a tutti, pietosamente ed affettuosamente, a tutti sembra normale.
O per lo meno: tutti ti dicono che è normale.
Una coltre di dolci sorrisi, di sorrisi freddi, di apparenti sorrisi.
Dimentichiamo. E dimenticare è un altro dramma, un'altra perdita.
Un'altra morte.