Dimissioni Terzi, le reazioni.

Creato il 27 marzo 2013 da Retrò Online Magazine @retr_online

Le dimissioni dell’ex ministro degli affari esteri Giulio Terzi Sant’Agata destano scalpore. “Non sono state preannunciate”, questo riferisce il premier Mario Monti, sorpreso dalla decisione del ministro e accolto ieri in serata al Colle, per affrontare la situazione con il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

Nessuno se le aspettava. Nessuno, soprattutto, era preparato all’intervento forte e diretto di Terzi, che in Parlamento, senza badare alla diplomazia, ha apertamente dichiarato di non essere in accordo con quanto stabilito dal governo. “La mia voce è rimasta inascoltata”. Questa, la sua accusa.

Il ministro della Difesa, Gianpaolo Da Paola, è intervenuto in aula poco dopo, polemizzando contro la scelta improvvisata del collega, che “non è”, egli ribadisce, “condivisa”. In un momento così delicato, Da Paola ritiene vile lasciare la nave. “Non l’abbandonerò” dice, “non l’abbandonare fino all’ultimo giorno di governo”. Per altri versi ricordano Schettino e De Falco. Per altri versi, sottolineo.

Nel frattempo Monti assume la carica vacante ad interim e alle 15 riferirà alle Camere le decisioni assunte dopo l’incontro con Napolitano, che, a caldo, ha definito l’intervento di Terzi “irrituale”. Pare infatti, secondo fonti non confermate citate dall’Adn Kronos, che Terzi abbia utilizzato parole differenti da quelle che aveva concordato nella mattina con Palazzo Chigi e il Quirinale.

Numerose le reazioni alla vicenda. Lapo Pistelli, Pd, si lascia andare alle rivisitazioni storiche: “E’ l’8 settembre del governo tecnico” afferma “ci mancavano le dimissioni in diretta”.

Ma il più fantasioso rimane sempre La Russa, che, incalzato, risponde così: “Onorevole mi permetta un consiglio: meno film americani e meno Chuck Norris”.

Insomma, in qualche modo siamo sempre l’Italia. L’Italia della bagarre, delle incomprensioni, del non detto e del non capito. L’obiettivo di Terzi era quello di “salvaguardare l’onorabilità del Paese”. Nolente o volente, ha centrato quello opposto.

di Virginia Giustetto

Foto Ministère des Affaires Etrangères Tunisien, licenza CC BY


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