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Dimmi come parli portoghese/I: U Brazìu e la Toscana

Da Elle_lx
Premessa. Il portoghese è una lingua parlata da circa 240 milioni di persone nel mondo in quattro continenti.A causa dell'eterogeneità dei popoli che la parlano, e ancor di più per la grande importanza di redigere atti pubblici che siano scritti in maniera uniforme per tutti, la lingua ha subito nel corso del secolo scorso alcuni rimaneggiamenti formali chiamati accordi ortografici, sottoscritti dai paesi interessati.
L'ultimo è del 2009, con entrata in vigore obbligatoria a partire dal 2013. La tendenza, riassunta in breve, è quella di snellire l'ortografia, per adeguarsi principalmente al modo di scrivere brasiliano. Ecco che spariranno ad esempio le consonanti mute, alcuni segni come trattini di congiunzione, lettere maiuscole ridondanti, mentre compariranno lettere come la k, la w e la y...e così via.Per ora dunque è tutta una confusione, e mi chiedo cosa ne verrà fuori; certo, lo sforzo richiesto per adeguarsi alle nuove direttive è notevole, e crea anche molte polemiche tra linguisti, editori, scrittori e addetti ai lavori.
Ma andiamo al lato più divertente.Vivendo qua ho imparato a distinguere l'accento portoghese da quello brasiliano, e tutti questi suoni insieme per me son fonte d'ilarità: quando mi capita di interloquire con un brasiliano il buon umore è assicurato. Il colmo è stato quando ho saputo dell'esistenza di "Passione/Paixão", una soap opera carioca ambientata anche in Toscana, in cui i dialoghi sono farciti di parole italiane.
L'effetto finale è macchiettistico: sembra davvero una parodia!
Tuttavia è facile capire il perché di questo delirio linguistico: si stima che che a São Paulo circa la metà dei residenti (che sono 15 milioni) abbia discendenza italiana, facendola diventare la città col più alto numero di paisà fuori dall'Italia.
Ecco dunque un delirante pezzetto della soap girato nelle campagne toscane, coi suoi dialoghi ibridi, che, se  in alcuni casi hanno anche senso compiuto, in altri capita che siano un po' buttati là.
Il tutto risulta intelleggibile a milioni di assidui spettatori, anche ai numerosi portoghesi. Miracoli italo-brasiliani.
Infine, tra i personaggi italiani ce n'è uno che si chiama Agnello, e, ciliegina sulla torta, la sigla -che pietosamente vi risparmio- è affidata ai Neri per caso. Ah, quindi esistono ancora, se son riusciti a riciclarsi in qualche modo ai tropici...
"Forse domani noi staremo sul tuo babbo!"
Insomma, quando c'è di mezzo un Paese grande e varipinto come il Brasile, si può ben immaginare che il casino linguistico è assicurato. Specie perché oltreoceano si sente l'influenza degli States, per cui ormai sono entrati nell'uso comune verbi come deletar ("to delete"), coniugabile (orrore); ciò,  insieme  all'inclusione di lettere nuove nell'alfabeto di cui parlavo prima, fa presagire interessanti risvolti.
Comunque questo meltin' pot linguistico dai risvolti un po' trash offre molto di più.
Altre delizie per le orecchie alla prossima puntata.

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