Huguette ricordava che il padre proibiva alle figlie di correre nel salone principale, detto Salon Doré. Aveva acquistato quella sala, che aveva le dimensioni di una casa intera, e l’aveva fatta ricostruire lì, lungo la Quinta Strada e i prati alberati dì Central Park. Il Salon Doré era un trionfo di preziosi intagli e di pannelli di legno dorato fabbricati nel 1770 per un nobile francese vanaglorioso. W.A. aveva fatto venire da Parigi gli stravaganti pannelli che andarono a ricoprire le pareti, e ne aveva fatti riprodurre altri da aggiungere agli originali, giacché l’antica sala francese era quadrata e quella americana, più grande, era rettangolare. Ammobiliò poi il salone con un orologio proveniente dal salottino privato di Maria Antonietta. Durante la Rivoluzione francese, quando l’ex regina era, come si direbbe oggi, agli arresti domiciliari nel palazzo delle Tuileries di Parigi, quell’orologio dorato aveva scandito le ore prima che venisse imprigionata e giustiziata. Un secolo dopo, quel salone veniva riservato alle occasioni più eleganti. Le bambine Clark potevano giocare nella stanza adiacente, più piccola, e sedere sul tappeto persiano del petit salon.
…
Dimore vuote è la storia della vita di Huguette Clark, che è stata recentemente agli onori della cronaca negli Stati Uniti a causa della battaglia legale sul suo straordinario patrimonio immobiliare.
Huguette Clark era la figlia di William Andrews Clark (1839-1925), uno degli uomini più ricchi d’America, tra i fondatori di Las Vegas, un uomo che ha fatto la sua fortuna principalmente con le miniere di rame, ma anche con le ferrovie e il mercato immobiliare.
Huguette, ha vissuto una vita di privilegio inimmaginabile, ma intorno al 1941, senza alcuna ragione apparente, si è ritirata a una vita solitaria evitando il pubblico.
Dimore vuote è uno sguardo all’interno della follia e della ricchezza. Dall’ascesa del padre di Huguette al rapporto con la madre che volle crescerla in una villa con 121 camere, fino alle sue infermiere private, a cui donò più di trenta milioni di dollari tra contanti e beni immobili.
È la storia di una donna che possedeva case per 300 milioni di dollari, ma che le lasciò sfitte. Una donna che morirà a 104 anni, nel 2011, avendo trascorso gli ultimi venti in un ospedale e dopo essere guarita si rifiuterà di tornare in una delle sue tante (ma vuote) dimore.
Mettendo assieme diverse fotografie, aneddoti dolorosi e testimonianze indiscrete, gli autori hanno ricostruito un inconsueto collage che non solo racconta “l’ultimo ricco della Golden age americana”, ma ricorda in modo molto ben riuscito tre generazioni di storia del Novecento americano.
Bill Dedman-Paul Clark Newell, Dimore vuote, traduzione di Maddalena Togliani, collana Bloom, Neri Pozza 2015.