Trentotto anni fa si spegneva vicino Roma, a causa di un incidente stradale al chilometro 7 della Via Flaminia, uno dei talenti più precoci e brillanti della storia del pianismo: Dino Ciani. Nato a Fiume, all’epoca città italiana, fu costretto dopo la guerra a trasferirsi con la famiglia a Genova, dove mosse i primi passi nello studio del piano sotto la direzione di Bianca Rodinis prima e Martha Del Vecchio poi. Il giovanissimo Ciani mostrò subito le sue innate capacità mnemoniche, di lettura degli spartiti, di sensibilità interpretativa, e in breve tempo si diplomò al Conservatorio di Musica “Santa Cecilia” di Roma con il massimo dei voti. Dal 1958 al 1962 seguì i corsi di perfezionamento tenuti da Alfred Cortot a Parigi a Losanna e Siena, e tra il ragazzo istriano e l’anziano artista svizzero nacque una profonda amicizia che durò fino alla scomparsa di Cortot nel 1962. Nel 1961 Ciani si laureò al concorso Beethoven di Vienna e sempre quell’anno prese il secondo premio del concorso Liszt-Bartok a Budapest. La pur breve carriera concertistica di Dino Ciani fu quanto mai esaltante, dalla RIAS di Berlino, al festival di Montreux e di Spoleto, al debutto alla Scala nel 1969, diretto da Claudio Abbado, a Salisburgo, nell’ex Unione Sovietica, dove il ministro della cultura Ekaterina Fursteva lo invitò per una serie di concerti, nell’America Latina e negli Stati Uniti, dove tenne il suo ultimo concerto, a Chicago nel marzo 1974, diretto da Carlo Maria Giulini. Ha lasciato un’ingente produzione discografica, in gran parte postuma, con registrazioni di opere di Albéniz, Bach, Bartók, Beethoven, Brahms, Chopin, Ciaikovskij, Debussy, Grieg, Haydn, Liszt, Mendelssohn-Bartholdy, Mozart, Rossini, Schubert, Schumann, von Weber.
© Marco Vignolo Gargini