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Dinosauri, burocrati e (avi)homini sapiens

Creato il 25 settembre 2014 da Massimo Citi

Dinosauri, burocrati e (avi)homini sapiens
Vi piacciono i dinosauri?
Non dite di no. Tutti, o per lo meno in molti, abbiamo guardato con passione e reverenza le immagini dei vecchi rettiloni su libri, riviste e in TV, insieme eccitati e blandamente terrorizzati all'idea che i dinosauri esistesseto ancora in qualche sperduta e nascosta piaga della Terra. Poi siamo diventati grandi e i dinosauri sono finiti insieme al Lego, alle figurine e al fucilino sparatappi in qualche scatola in soffitta o in cantina, anche se è inevitabile ammettere che un articolo, un docu o un libro possono ancora replicare quel piacere da bimbi.
Qui vi parlerò di un romanzo di sf dedicato ai dinosauri e ai loro degni discendenti, gli uccelli, nel quale, sciaguratamente, sono presenti anche membri della nostra soffocante ed eccessiva specie. 
Il che può persino considerarsi il suo difetto principale.
Ma non corriamo. 
Soltanto due parole per una piccola promessa. 
Qualche tempo fa e proprio qui ho dichiarato di aver letto molto in questi ultimi mesi. Questo articolo e quelli che seguiranno daranno una scorsa a tutti i titoli letti ultimamente, se non altro per lasciare qualche traccia nella mia memoria. Questo non significa che non dedicherò più spazio ad altri argomenti - per quello che posso dirne io e qui - ma il riferimento principale saranno i libri letti. Sarò un po' meno "ufficiale" di quanto non sia su LN-LibriNuovi, tuttavia gli articoli che mi parranno degni finiranno anche sulle pagine della rivista. 
Fine del pistolotto e delle promesse.   
Dinosauri, burocrati e (avi)homini sapiens
Il libro di questo giro è di Michael Swanwick, Ossa della Terra. C'è una schema all'inizio del libro, più o meno a pagina 6. Si tratta di un frammento di storia della Terra, a partire dal Triassico inferiore (248 mln di anni fa) fino al Cenozoico (dai 65 mln di anni fa fino ad oggi). Bene, non trascuratelo come si farebbe con una tavola periodica degli elementi affissa nell'aula di Chimica. No, non trascuratela dal momento che vi permetterà di seguire più o meno agevolmente un romanzo decisamente complesso.
Ma cominciamo dall'autore, Michael Swanwick. Nato nella contea di New York nel 1950, ha vinto il premio Hugo cinque volte nella categoria «racconti» e in quella «racconti brevi». Ha vinto anche il premio Nebula nel 1991 con il romanzo «Domani il mondo cambierà» [Stations of the tide]. È entrato nel gruppo degli scrittori che seguo con interesse a qualche volta con passione dai tempi del suo romanzo «Cuore d'acciaio» [The Iron Dragon's Daughter] tradotto da Fanucci nel 1995 e ripubblicato da Mondadori nel 2011. Un esempio eccellente di anti-fantasy, perlomeno della sua versione tolkeniana, con i suoi elfi sfruttatori e criminali.
Ossa della Terra è un romanzo di viaggi nel tempo, apparentemente ortodosso, con tanto di possibili paradossi, fatali incontri con se stessi, gite per il jet-set in un rifugio del Cretaceo e paleontologi divenuti dal 2034 star della scienza contemporanea, anno nel quale il viaggio nel tempo è divenuto pubblico e possibile teoricamente per tutti gli esseri umani (ricchi). 
Ma l'aspetto davvero sorprendente della tecnologia dei viaggi del tempo è la sua origine aliena e il suo essere un "prestito" da parte di una civiltà nettamente più avanzata, quella degli Immutabili. E nel lontano futuro si nasconde l'elemento centrale del romanzo che non vi racconterò per ovvi motivi, caso dei casi decideste mai di comprare il libro. 
Il romanzo procede su un ampio ventaglio di stazioni temporali, ubicate tra i 225 mln a.c. e i 250 mln d.c., e parla di fondamentalisti cristiani e dei loro attentati, di sanguinarie rivalità tra i paleontologi,  di sesso e di fantasie sessuali, dei dilemmi di un burocrate della sicurezza e di un vecchio, anzi di un enigmatico Vecchio che conosce l'alfa e l'omega della specie umana. 
La visione regalata del romanzo è grandiosa, abbagliante e malinconica, un «sense of wonder» che non molti romanzi di sf riescono ancora a dare, anche se non manca qualche difetto [*]. 
Il difetto principale è quello della dispersione - o se preferite dell'eccessiva ricchezza - dei temi affrontati. Personalmente condivido fino ai punti e le virgole l'evidente antipatia di Swanwick per il fondamentalismo cristiano antievoluzionista, ma averne sceneggiato le pessime manovre ha finito con lo sviare il romanzo, obbligandolo a mettere in scena un Robinson Crusoe collaterale per gli umani perdutisi nel Cretaceo che, necessariamente, abbassa il ritmo della vicenda. Altrettanto meritoria la polemica condotta tra le righe verso il mondo accademico, con sesso e gelosie professionali a far da controcanto alle meraviglie del mondo perduto, ma tale da rubare la scena ai veri protagonisti del libro, i dinosauri e il mondo del Cretaceo.
«Sei il solito moralista pudibondo».
No, non è così. Il sesso non mi disturba affatto, anzi, men che meno il racconto di fantasie sessuali più o meno sregolate e sfrontate, ma lo tollero male quanto arriva a interrompere il procedere della vicenda. Mi rendo conto che una delle letture possibili del sesso in ambito sf è quello di rendere più umani e accettabili i personaggi e mi rendo conto che si tratta di uno strumento poco utilizzato dal sottoscritto, ma se al posto dei sauri scatenati mi trovo a dover sopportare smancerie e pensieri irriferibili tendo a irritarmi. Sono fatto così, abbiate pazienza. 
Ancora poche righe, comunque, per sottolineare la competenza davvero notevole di Swanwick nel raccontare dei «suoi» dinosauri, una competenza evidente e ben spesa che rende alcune delle sue pagine memorabili come se provenissero da un vero diario di viaggio. In particolare lo ringrazio per i suoi T.Rex in versione giovanile, deliziosamente feroci e assolutamente folli come è giusto che sia. 
Se vi capita sotto mano il libro non mancate di leggerlo, ne vale davvero la pena. E arrivederci al prossimo libro.  
Dinosauri, burocrati e (avi)homini sapiens
[*] L'edizione italiana è di 265 pagine, l'edizione in lingua originale nell'edizione economica è di 383 pp. (vedi amazon.com). Tenendo conto che il rapporto tra italiano e inglese scritti è in genere di 4:3 - e che non avevo voglia di ordinare il libro in inglese giusto per togliermi ogni dubbio -, se ne desume che la traduzione italiana dovrebbe essere di 353 pagine. Ma proviamo a tener conto che l'edizione in lingua originale è di 33 righe per 54 battute mentre l'edizione italiana è di 40 righe per 60 battute, ne abbiamo così 383 * 33 * 54 = 505.560 battute per l'edizione originale e 265 * 40 * 60 = 636.000 per l'edizione italiana. In sostanza la legge del 4:3 parrebbe confermata e la Mondadori non è colpevole di tagli a carico del testo. Rara avis... 
Michael Swanwick, Ossa della Terra [Bones of the Earth] Mondadori Urania «I Capolavori»,n° 1605, aprile 2014 (rist.), ed. orig. 2002, pp. 265, € 4,90, trad. Roberto Marini idem e-book [epub], € 2,99


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