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Dio benedica gli ungheresi…

Da Loredana V. @lorysmart

Dio benedica gli ungheresi…

LA LEGGE FONDAMENTALE DI UNGHERIA

(25 aprile 2011)

Dio benedica gli ungheresi

PROFESSIONE NAZIONALE

  Noi, membri della Nazione ungherese, all’inizio del nuovo millennio, con senso di responsabilità per ogni ungherese, proclamiamo quanto segue:

Siamo orgogliosi che il nostro re Santo Stefano abbia costruito lo Stato ungherese su solide basi e lo abbia reso parte dell’Europa cristiana mille anni fa.

Siamo orgogliosi dei nostri antenati che hanno combattuto per la sopravvivenza, la libertà e l’indipendenza del nostro paese.

Siamo orgogliosi delle eccezionali conquiste intellettuali del popolo ungherese.

Siamo orgogliosi che la nostra gente nel corso dei secoli ha difeso l’Europa in una serie di lotte e ha arricchito l’Europa con i suoi talenti e la sua diligenza.

Riconosciamo il ruolo del cristianesimo nell’ aver preservato la nazione. Apprezziamo le varie tradizioni religiose del nostro paese.

Promettiamo di preservare l’unità intellettuale e spirituale della nostra nazione lacerata nelle tempeste del secolo scorso.

Le nazionalità che vivono con noi fanno parte della Comunità politica ungherese e sono parti costitutive dello Stato.

Ci impegniamo a promuovere e a salvaguardare il nostro patrimonio, la nostra lingua, così diversa da tutte le altre, la cultura ungherese, le lingue e le culture delle nazionalità che vivono in Ungheria, insieme a tutto il patrimonio antropico e naturale del bacino dei Carpazi.

Noi ci riconosciamo responsabili nei confronti dei nostri discendenti, quindi proteggeremo le condizioni di vita delle generazioni future facendo un uso prudente delle nostre risorse materiali, intellettuali e naturali.

Noi crediamo che la nostra cultura nazionale sia un ricco contributo alla diversità dell’Unione europea.

Rispettiamo la libertà e la cultura di altri popoli, e ci impegneremo a collaborare con ogni nazione del mondo.

Noi riteniamo che l’esistenza umana sia basata sulla dignità umana.

Noi riteniamo che la libertà individuale non possa essere completa se non in collaborazione con gli altri.

Noi riteniamo che la famiglia e la nazione costituiscano la struttura principale della nostra convivenza, e che i nostri valori di coesione fondamentali siano la fedeltà, la fede e l’amore.

Noi riteniamo che la forza della comunità e l’onore di ciascuno sono basati sul lavoro, una conquista della mente umana.

Noi riteniamo che abbiamo un dovere generale di aiutare i più deboli e i più poveri.

Noi riteniamo che l’obiettivo comune dei cittadini e dello Stato sia quello di raggiungere la misura più alta possibile di benessere, sicurezza, ordine, giustizia e libertà.

Noi riteniamo che la democrazia sia possibile solo se lo Stato serve i suoi cittadini e amministra i propri affari in modo equo, senza pregiudizi o abusi.

Onoriamo le conquiste della nostra costituzione storica e onoriamo la Santa Corona, che incarna la continuità costituzionale della sovranità dell’Ungheria e l’unità della nazione.

Noi non riconosciamo la sospensione della nostra costituzione storica a causa delle occupazioni straniere. Neghiamo qualsiasi prescrizione per i crimini disumani commessi contro la nazione ungherese e i suoi cittadini, sotto le dittature del nazismo e del comunismo.

Noi non riconosciamo la costituzione comunista del 1949, dato che fece da base alla tirannide, pertanto la proclamiamo non valida.

Concordiamo con i membri del primo Parlamento libero, che proclamarono come prima loro decisione che la nostra libertà attuale è nata con la nostra rivoluzione del 1956.

Riconosciamo come data del ripristino dell’autodeterminazione del nostro paese, perduta il diciannovesimo giorno di marzo del 1944,  al 2 maggio del 1990, quando si è formato il primo corpo di rappresentanza popolare liberamente eletto. Noi consideriamo questa data come l’inizio della nuova democrazia e del nuovo ordine costituzionale del nostro paese.

Noi riteniamo che, dopo i decenni del ventesimo secolo che portarono ad uno stato di decadenza morale, abbiamo un perdurante bisogno di rinnovamento spirituale e intellettuale.

Confidiamo in un futuro da costruire insieme e nell’impegno delle giovani generazioni. Crediamo che i nostri figli e nipoti renderanno di nuovo l’Ungheria grande con i loro talenti, perseveranza e forza morale.

La nostra legge fondamentale [la presente Costituzione] deve essere la base del nostro ordinamento giuridico: costituirà un’alleanza tra ungheresi del passato, presente e futuro; un quadro vivente che esprime la volontà della nazione e la forma in cui vogliamo vivere.

Noi, i cittadini provenienti da Ungheria, siamo pronti a fondare l’ordine del nostro paese sugli sforzi comuni della nazione.

Dio benedica gli ungheresi…

Questo è l’inizio della Costituzione di uno stato che, a differenza dell’Unione Europea, non rinuncia alle radici giudaico-cristiane dell’Europa che va sempre più islamizzandosi, e che per questo motivo è inviso all’Europa.

Come tempo addietro scriveva Oriana Fallaci  

(…)Intimiditi come siete dalla paura d’andar contro corrente cioè d’apparire razzisti (parola oltretutto impropria perché il discorso non è su una razza, è su una religione), non capite o non volete capire che qui è in atto una Crociata alla rovescia. Abituati come siete al doppio gioco, accecati come siete dalla miopia, non capite o non volete capire che qui è in atto una guerra di religione. Una guerra che essi chiamano Jihad. Guerra Santa. Una guerra che non mira alla conquista del nostro territorio, forse, ma che certamente mira alla conquista delle nostre anime. Alla scomparsa della nostra libertà e della nostra civiltà. All’annientamento del nostro modo di vivere e di morire, del nostro modo di pregare o non pregare, del nostro modo di mangiare e bere e vestirci e divertirci e informarci. Non capite o non volete capire che se non ci si oppone, se non ci si difende, se non si combatte, la Jihad vincerà. E distruggerà il mondo che bene o male siamo riusciti a costruire, a cambiare, a migliorare, a rendere un po’ più intelligente cioè meno bigotto o addirittura non bigotto. E con quello distruggerà la nostra cultura, la nostra arte, la nostra scienza, la nostra morale, i nostri valori, i nostri piaceri (…).

Ed il tutto, purtroppo, si sta avverando, sempre più velocemente.



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