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Dio ci vuole liberi!

Da Graziano

Quante volte ci siamo sentiti ripetere che Dio vuole questo e quello e poi, cambiato il vento, il suo esatto contrario e quante volte abbiamo assistito ad ogni sorta di abominio in Suo nome?
Ma cosa vuole veramente Dio da noi?
Personalmente, con l’aiuto del mio maestro Marco Ferrini, una spiegazione incomincio a darmela.

Preto Ortodossi a Kiev interposti tra manifestanti e polizia

Preto Ortodossi a Kiev interposti tra manifestanti e polizia

La dividerò in due parti, nella prima prenderò come riferimento la Bibbia, ed esattamente Samuele 8, nella seconda salterò ancora più indietro nel tempo, nella tradizione upanishadica indiana.
Samuele, in virtù della sua incrollabile fede nel Dio unico, diede una terra agli Israeliti, in vecchiaia attribuì ai suoi due figli Gioele e Abia il compito di amministrarvi la giustizia, ma essi non ne furono all’altezza, perché erano avidi di denaro e accettavano regali, pronunciando sentenze ingiuste.
Gli anziani del popolo si rivolsero al vecchio profeta chiedendo un re che ci governi, come avviene presso gli altri popoli. Gli Israeliti si volevano uniformare, reclamavano un monarca a cui delegare la guida del popolo d’Israele. Questa richiesta rattristò Samuele il quale, essendo un profeta, si rivolse direttamente a Dio che a malincuore gli ordinò di accettare la proposta del popolo, ma prima, disse Dio, avvisali molto chiaramente, e da 10 a 19 potete leggere i versi più antiautoritari dell’Antico Testamento:
il re…prenderà i vostri figli e li metterà alla guida dei suoi carri e dei suoi cavalli o ne farà guardie che precedono il suo carro a passo di corsa. Altri saranno messi a capo di unità militari di mille e di cinquanta soldati. Altri dovranno arare i suoi campi e mietere le sue messi oppure fabbricare armi e attrezzature per i suoi carri da guerra. Prenderà anche le vostre figlie come profumiere (!), cuoche e fornaie. Vi porterà via i campi, le vigne e gli uliveti migliori e li darà ai suoi uomini. Pretenderà la decima parte sui prodotti dei vostri campi e delle vostre vigne e li darà ai suoi funzionari e ministri. Sequestrerà i vostri schiavi e le vostre schiave, i vostri giovani più forti e anche i vostri asini e li farà lavorare per sé. Prenderà la decima parte delle vostre greggi e voi stessi diventerete suoi schiavi. Un giorno, a causa del re che voi stessi avete domandato, invocherete aiuto, ma il Signore non vi ascolterà.
Cosa pensate abbiano scelto di fare gli Israeliti?
Noi vogliamo un re, così saremo anche noi come tutti gli altri popoli!
Così risposero gli Israeliti.
Il popolo sceglie la schiavitù, perché l’uomo preferisce attribuire fuori di sé la responsabilità piuttosto che assumersela in proprio, sceglie la via di fare ”come tutti gli altri” erroneamente pensando che qualcuno possa risolvere i problemi di tutti.
Usciamo ora dalle strategie politiche del popolo d’Israele che poco hanno soddisfatto Dio e i suoi profeti, per entrare nella metafora dell’individuo che libertà va cercando con l’aiuto delle Upanishad.



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