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"Il Mito del Diluvio Universale"

Da Risveglioedizioni

La storia del diluvio è una di quelle narrazioni mitologiche che non appartiene solo ad una determinata civiltà, ma è propria dell'umanità intera. Troviamo miti sul diluvio ovunque: dall'Europa all'Asia, dall'Africa alle Americhe...
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Il passato più remoto cela una storia misteriosa e terrificante: un giorno le acque distrussero il mondo intero, inondando ogni pianura, ogni montagna. Non vi fu scampo per nessuno. O quasi. Infatti qu alcuno, una sparuta coppia di uomini, per svariati motivi, riuscì a salvarsi e a preservare il genere umano dalla estinzione. La Bibbia ci dice in "Genesi" capitolo 6: "Quando gli uomini cominciarono a moltiplicarsi sulla terra e nacquero loro figlie, i figli di Dio videro che le figlie degli uomini erano belle e ne presero per mogli quante ne vollero. Allora il Signore disse: "Il mio spirito non resterà sempre nell'uomo, perché egli è carne e la sua vita sarà di centoventi anni." C'erano sulla terra i giganti a quei tempi - e anche dopo - quando i figli di Dio si univano alle figlie degli uomini e queste partorivano loro dei figli: sono questi gli eroi dell'antichità, uomini famosi. Il Signore vide che la malvagità degli uomini era grande sulla terra e che ogni disegno concepito dal loro cuore, non era altro che male. E il Signore si pentì di aver fatto l'uomo sulla terra e se ne addolorò in cuor suo. Il Signore disse: 'Sterminerò dalla terra l'uomo che ho creato: con l'uomo anche il bestiame e i rettili e gli uccelli del cielo, perché sono pentito d'averli fatti' Ma Noè trovò grazia agli occhi del Signore. [...]" Quello che il libro della Genesi ci presenta è sostanzialmente una situazione confusa. Prima si parla di angeli che si unirono alle figlie degli uomini. Poi è resa manifesta la decisione di Dio di accorciare la vita dell'uomo a 120 anni. Successivamente sono menzionati i giganti. Infine, Dio decreta lo sterminio dell'uomo a causa dei suoi peccati. Tuttavia solo un uomo, che era rimasto giusto agli occhi del Signore, è risparmiato. Il suo nome era Noè. Si dice che Noè camminasse con Dio ed avesse tre figli: Sem, Cam, e Iafet. "[...] Allora Dio disse a Noè: "E' venuta per me la fine di ogni uomo, perché la terra, per causa loro, è piena di violenza; ecco, io li distruggerò insieme con la terra. Fatti un'arca di legno di cipresso; dividerai l'arca in scompartimenti e la spalmerai di bitume dentro e fuori. (...) Ecco io manderò il diluvio, cioè le acque, sulla terra, per distruggere sotto il cielo ogni carne, in cui è alito di vita; quanto è sulla terra perirà. Ma con te io stabilisco la mia alleanza. Entrerai nell'arca tu e con te i tuoi figli, tua moglie e le mogli dei tuoi figli. Di quanto vive, di ogni carne, introdurrai nell'arca due di ogni specie, per conservarli in vita con te: siano maschio e femmina.(...)" Il Signore, sicuro nei suoi intendimenti, prese contatto con Noè e gli comunicò i suoi progetti di mandare un diluvio sulla Terra. Noè e la sua famiglia furono risparmiati ed il patriarca biblico ebbe il compito di costruire un'arca per salvare ogni specie vivente. Se riflettiamo su questa storia, notiamo che non si capisce esattamente perché Dio scateni il diluvio sulla terra. Si dice che l'umanità si era corrotta, ma non è esplicitato esattamente il perché. Si fa riferimento ai figli di Dio, ma la loro momentanea apparizione all'interno del racconto non è logicamente giustificata. Il testo biblico non è per nulla chiaro. Se vogliamo capire esattamente le cause del diluvio, bisogna appoggiarsi ad un libro apocrifo dello antico testamento, detto Primo Libro di Enoch, che ci permetterà di chiarire il tutto. Il primo libro di Enoch, detto Enoch etiopico (vedi post correlati), fu presumibilmente composto tra il III e il I secolo a.C. [...] Il libro dei Vigilanti inizia così: "Ed accadde, da che aumentarono i figli degli uomini, che in quei tempi nacquero, ad essi, ragazze belle di aspetto. E gli angeli, figli del cielo, le videro, se ne innamorarono e dissero fra loro: 'Venite, scegliamoci delle donne fra i figli degli uomini e generiamoci dei figli.' [...] "Si presero, per loro, le mogli ed ognuno se ne scelse una e cominciarono a recarsi da loro. E si unirono con loro ed insegnarono ad esse incantesimi e magie e mostrarono loro il taglio di piante e radici. Ed esse rimasero incinte e generarono giganti la cui statura, per ognuno, era di tremila cubiti. Costoro mangiarono tutto il frutto della fatica degli uomini fino a non poterli, gli uomini, più sostentare. E i giganti si voltarono contro di loro per mangiare gli uomini. E cominciarono a peccare contro gli uccelli, gli animali, i rettili, i pesci e a mangiarsene, fra loro, la loro carne e a berne il sangue. La terra, allora, accusò gli iniqui. E Azazel insegnò agli uomini a far spade, coltello, scudo, corazza da petto e mostrò loro quel che, dopo di loro e in seguito al loro modo di agire sarebbe avvenuto: braccialetti, ornamenti, tingere ed abbellir le ciglia, pietre, più di tutte le pietre preziose e scelte, tutte le tinture e gli mostrò anche il cambiamento del mondo. E vi fu grande scelleratezza e molto fornicare. E caddero nell'errore e tutti i loro modi di vivere si corruppero. Amezarak istruì tutti gli incantatori ed intagliatori di radici. Armaros insegnò la soluzione degli incantesimi. Baraqal istruì gli astrologi. Kobabel insegnò i segni degli astri, Temel insegnò l'astrologia e Asradel insegnò il corso della luna. E, per la perdita degli uomini, gli uomini gridarono e la loro voce giunse in cielo." Qui inizia ad essere chiaro lo scenario che anticipa il diluvio biblico. L'unione degli angeli di Dio, detti Vigilanti, con le figlie degli uomini (fatto già delittuoso), genera esseri abominevoli detti giganti. I giganti subito si rivelano ostili agli uomini e distruggono i prodotti della terra. Gli angeli caduti, a loro volta, insegnarono agli uomini nozioni che non avrebbero dovuto conoscere. In questo modo l'umanità si corruppe e divenne colma di peccatori. [...] Ecco la causa del diluvio chiarita dal libro di Enoch: gli uomini avevano saputo cose che non avrebbero dovuto conoscere e avevano fatto un uso nefasto delle conoscenze acquisite. Chiarito pertanto questo punto, continuiamo a seguire la narrazione biblica (Genesi, capitolo 7): "[...] Noè aveva seicento anni, quando venne il diluvio, cioè le acque sulla terra. Noè entrò nell'arca e con lui i suoi figli, sua moglie e le mogli dei suoi figli, per sottrarsi alle acque del diluvio. Degli animali mondi e di quelli immondi, degli uccelli e di tutti gli esseri che strisciano sul suolo entrarono a due a due con Noè nell'arca, maschio e femmina, come Dio aveva comandato a Noè. Dopo sette giorni, le acque del diluvio furono sopra la terra; nell'anno seicentesimo della vita di Noè, nel secondo mese, il diciassette del mese, proprio in quello stesso giorno, eruppero tutte le sorgenti del grande abisso e le cateratte del cielo si aprirono. Cadde la pioggia sulla terra per quaranta giorni e quaranta notti. In quello stesso giorno entrò nell'arca Noè con i figli Sem, Cam e Iafet, la moglie di Noè, le tre mogli dei suoi tre figli: essi e tutti i viventi secondo la loro specie e tutto il bestiame secondo la sua specie e tutti i rettili che strisciano sulla terra, secondo la loro specie, tutti i volatili secondo la loro specie, tutti gli uccelli, tutti gli esseri alati. (...) Le acque divennero poderose e crebbero molto sopra la terra e l'arca galleggiava sulle acque. Le acque s'innalzarono sempre più sopra la terra e coprirono tutti i monti più alti che sono sotto tutto il cielo. Le acque superarono in altezza di quindici cubiti i monti che avevano ricoperto. (...) Così fu sterminato ogni essere che era sulla terra: dagli uomini, agli animali domestici, i rettili e gli uccelli del cielo; essi furono sterminati dalla terra e rimase solo Noè e chi stava con lui nell'arca. Le acque restarono alte sopra la terra centocinquanta giorni." Vediamo una terra devastata dalle acque dove l'unica speranza per l'umanità è rappresentata dall'arca e da ciò che essa contiene. Si può notare come la distruzione sia causata principalmente dalle piogge torrenziali ingentissime e dallo sgorgare di acque sotterranee. Le specie animali vennero anch'esse salvate dal Signore: sette coppie di tutte le specie d'animali "mondi" e di uccelli, una coppia sola degli animali "che non sono mondi". Alla fine il diluvio finì (capitolo 8): (...) L'anno seicentouno della vita di Noè, il primo mese, il primo giorno del mese, le acque si erano prosciugate sulla terra; Noè tolse la copertura dell'arca ed ecco la superficie del suolo era asciutta. Nel secondo mese, il ventisette del mese, tutta la terra fu asciutta. Dio ordinò a Noè: 'Esci dall'arca tu e tua moglie, i tuoi figli e le mogli dei tuoi figli. Tutti gli animali d'ogni specie che hai con te, uccelli, bestiame e tutti i rettili che strisciano sulla terra, falli uscire con te, perché possano diffondersi sulla terra, siano fecondi e si moltiplichino su di essa.' [...] Fin qui la Bibbia. A questo punto potremmo chiederci se il diluvio descritto nella Bibbia abbia precedenti oppure sia unico nel suo genere nella zona mediorientale. Sappiamo che nel XIX secolo scienziati e studiosi cercarono di trovare delle prove storiche proprio riguardo il racconto riportato dalla Bibbia. Nel 1872 venne data notizia a Londra che tra le miglia di tavolette ritrovate nella Biblioteca di Assurbanipal a Ninive, fu ritrovata la storia del diluvio caldeo. Lo scopritore si chiamava George Smith. Questi aveva scoperto un frammento della tavoletta XI della Epopea di Gilgamesh, composta e divisa in XII tavole, nella quale si parlava del racconto del diluvio. Fu una scoperta sensazionale che ebbe molta eco negli ambienti accademici e non solo. L'epopea di Gilgamesh è piuttosto nota (vedi post correlati). Il re di Uruk compie numerose imprese e viaggia alla ricerca del dono della immortalità. Il nostro eroe tuttavia non riuscirà a sconfiggere la morte, ma acquisirà una conoscenza quasi pari a quella degli dei. La redazione classica dell'Epopea venne attribuita allo scriba Sinleqiunnini. Leggiamo pertanto un brano della Epopea nella versione classica babilonese (tavola XI, 8-158) nella quale Utanapishtim, il Noè della situazione, racconta a Gilgamesh la storia del diluvio: "Utanapishtim parlò a lui, a Gilgamesh: 'Una cosa nascosta, Gilgamesh, ti voglio rivelare, e il segreto degli dei ti voglio manifestare. (...) Abbatti la tua casa, costruisci una nave, abbandona la ricchezza, cerca la vita! Disdegna i possedimenti, salva la vita! Fai salire sulla nave tutte le specie viventi! La nave che tu devi costruire le sue misure prendi attentamente, eguali siano la sua lunghezza e la sua larghezza; tu la devi ricoprire come l'Apzu.' (...) Appena spuntò l'alba, dall'orizzonte salì una nuvola nera. Adad all'interno di essa tuonava continuamente, davanti ad essa andavano Shullat e Chanish; i ministri percorrevano monti e pianure. Il mio palo d'ormeggio strappò allora Erragal. Va Ninurta, le chiuse d'acqua abbatte. Gli Annunaki sollevano fiaccole, con la loro luce terribile infiammano il Paese. Il mortale silenzio di Adad avanza nel cielo, in tenebra tramuta ogni cosa splendente. Il Paese come un vaso egli ha spezzato. Per un giorno intero la tempesta infuriò, il vento del sud si affrettò per immergere le montagne nell'acqua come un'arma di battaglia, la distruzione si abbatte sugli uomini. (...) Sei giorni e sette notti soffia il vento, infuria il diluvio, l'uragano livella il Paese. Quando giunse il settimo giorno, la tempesta, il diluvio cessa la battaglia, dopo aver lottato come una donna in doglie. Si calmò il mare, il vento cattivo cessò e il diluvio si fermò. Io osservo il giorno. Vi regna il silenzio. Ma l'intera umanità è ridiventata argilla.Come un tetto era pareggiato il Paese. (...) Come possiamo ben notare entrambe le versioni mitiche (sia quella biblica che quella di Gilgamesh) sono molto simili. Anche in altri testi mesopotamici si fa cenno al diluvio. Esiste una tavoletta sumerica del periodo Isin-Larsa (1900 a.C.) che ne fa menzione. In più nel poema Atramkhasis (1800 a.C.), che è la base della sintesi della tavoletta XI dell'Epopea, è narrata la storia del diluvio. L'Epopea di Gilgamesh era poi conosciuta in Palestina nel XII secolo (periodo mediobabilonese), ovvero prima che gli ebrei giungessero nella terra promessa. Tutto ciò ci fa dedurre che la saga di Gilgamesh sia precedente alla Bibbia (esistono racconti su Gilgamesh risalenti al periodo sumerico e la stessa storia del diluvio è presente nell'epica sumerica con l'eroe Ziusudrà), per cui la tradizione biblica avrebbe come fondamento proprio quella mesopotamica. Del resto, lo stesso patriarca ebraico Abramo proveniva dalla famosa Ur dei Caldei. Berosso, sacerdote caldeo, vissuto circa nel 300 a.C., ci narra nella sua Babiloniakà ("Storia di Babilonia"- purtroppo a noi giunta in maniera frammentaria) che Cronos disse in sogno a Xisuthros che l'umanità sarebbe stata distrutta dal diluvio e che tutti libri dovevano essere sotterrati nella città di Sippar per salvarli dalla calamità incombente e per essere restituiti all'umanità dopo il diluvio. Infine Xisuthros avrebbe dovuto costruire una nave dove entrare assieme ai suoi amici per salvarsi dalle acque. Le cause del diluvio nelle tradizioni mesopotamiche non sono sempre chiare. Generalmente la tradizione vuole che il dio Enlil meditasse la distruzione dell'umanità tramite le acque, perché gli uomini erano diventati troppi ed eccessivamente rumorosi. Finora abbiamo parlato della tradizione giudaica e mesopotamica. Scendendo verso sud ed entrando nella fertile valle del Nilo, scopriamo che anche qui è presente una tradizione che ci ricorda il diluvio. Il testo scritto del diluvio egizio fu inciso in alcune tombe reali della XIX dinastia (1320-1205 a.C). Ciò nonostante la lingua in cui il mito è redatto fa pensare ad un originale molto più antica. [...] Secondo il racconto, l'umanità si sarebbe a tal punto inorgoglita da sfidare il dio supremo Ra e meditare qualche cattiva azione contro di lui. "E allora la Maestà di Nun disse: "O Ra, figlio mio, chi è più grande di colui che lo ha plasmato e più antico di colui che lo ha creato, sedendo sul tuo trono! Grande è la paura che incuti quando il tuo Occhio è contro coloro che hanno tramato contro di te!". E la Maestà di Ra rispose: "Ecco, sono scappati nel deserto, perché i loro cuori sono pieni di paura per quello che potrei dire loro". E tutti dissero a Sua Maestà: "Che il tuo Occhio proceda a castigare per te quelli che tramano con malvagità. Tuttavia, l'Occhio non ha in sé un potere sufficiente a punirli al posto tuo. Che lo si invii come Hathor!". E così, poi, arrivò questa dea, che trucidò l'umanità nel deserto. E la Maestà di questo dio disse: "Benvenuta, o Hathor, perché tu hai fatto quello per cui ti avevo mandata!". [...] A questo punto l'umanità sembrava spacciata. Tuttavia Ra non aveva intenzione di annientare il genere umano. [...] pertanto salvò l'umanità mandando un diluvio di birra che fece ubriacare la dea Sekhmet. Lasciamo ora la valle del Nilo e dirigiamoci a nord, in Grecia, dove un altro mito sul diluvio aspetta di essere scoperto. I greci raccontavano che (Pseudo Apollodoro, Biblioteca, 7.2) Zeus rovesciò dal cielo una pioggia torrenziale sommergendo la maggior parte della Ellade: tutti gli esseri umani morirono, tranne pochi che trovarono rifugio sugli alti monti vicini. Anche le montagne della Tessaglia allora si separarono e tutte le terre che si trovavano al di fuori dell'Istmo e del Peloponneso vennero inondate. Per nove giorni e nove notti Deucalione è trascinato sul mare dentro l'arca, poi approda al Parnaso e qui, poiché le piogge erano cessate, sbarca e offre sacrifici a Zeus Fixio. Zeus gli manda Ermes, invitandolo a scegliere ciò che desidera. Deucalione sceglie di far nascere da lui una generazione di uomini. Zeus allora gli dice di raccogliere delle pietre e gettarle sopra la testa: Deucalione lo fa, e dalle pietre che scaglia lui stesso nascono gli uomini, da quelle che scagliò Pirra nascono le donne [...]" Sappiamo tramite il poeta Esiodo che la stirpe di bronzo era violenta e terrificante. Si capisce pertanto perché Zeus avesse scelto di eliminare l'umanità dalla faccia della terra. Anche in questo caso, come nel mito ebraico e mesopotamico, l'uomo viene salvato grazie all'intervento di un essere superiore. Possiamo riscontrare anche nella versione greca del mito del diluvio la caratteristica coppia di uomini che viene salvata dalle acquee del diluvio tramite un'arca che approda in cima ad un monte. Volgendo ora lo sguardo verso l'antica India, ci accorgiamo presto che il mito del diluvio è presente anche in questa terra. Si racconta, infatti, che Manu (il primo uomo dell'era attuale), mentre stava pescando, si trovò fra le mani un pesciolino che in realtà non era altri che il dio Vishnu. Il pesciolino disse a Manu che l'avrebbe potuto aiutare se lui l'avesse aiutato. Manu chiese allora che cosa avrebbe dovuto fare per salvarlo. Il pesciolino gli disse che presto sarebbe arrivato un diluvio e che quindi avrebbe dovuto costruire una grande nave e avrebbe dovuto metterlo in un barattolino per salvarlo. Manu fece quello che il pesciolino gli aveva chiesto. Quando giunse il diluvio, il pesciolino divenne enorme ed era dotato di un grande corno sulla fronte. Vishnu allora pose la nave sul corno e salvò così l'umanità ponendo l'imbarcazione sulle alte montagne del Nord, ovvero l'Himalaia. In Cina, si dice che un tempo gli uomini si ribellarono agli dei. L'universo allora piombò nel caos e le acque invasero la terra. Nel Laos e nella Tailandia settentrionale, si dice che un tempo un popolo chiamato Then viveva in un regno superiore, mentre gli inferi erano guidati da tre grandi uomini saggi. Il popolo malese Chewong sostiene che il mondo subisca, dopo non ben precisati periodi temporali, una distruzione generale dovuta alle acque. I Then decisero che le persone avrebbero dovuto donare loro una parte del proprio cibo. Il popolo si rifiutò e i Then fecero piombare un diluvio sulla terra. I tre uomini tuttavia costruirono una zattere e misero in salvo non solo se stessi ma anche alcune donne e bambini. In questo modo salvarono l'umanità dall'estinzione. In Birmania, una tradizione afferma che due fratelli si salvarono su una zattera ad un immenso diluvio. Nel Vietnam, secondo le leggende locali, trovarono scampo dalle acquee del diluvio solo un fratello e una sorella. Essi si trovavano all'interno di una cassa di legno nella quale c'erano una coppia di ogni specie animale. Gli aborigeni d'Australia delle coste settentrionali sostengono che un diluvio distrusse un mondo precedente. Secondo altri miti di altre tribù australiane, tuttavia, il serpente cosmico Yurlunggur sarebbe il reale responsabile del diluvio. In Giappone, alcune tradizioni ritengono che la creazione dell'Oceania sarebbe derivata dal ritirarsi delle acque di un diluvio. Per di più nelle isole Samoa e nelle isole Hawaii si ricorda un diluvio che distrusse il mondo e quasi tutta l'umanità. Secondo i Samoani, sopravvissero al disastro solo due uomini che approdarono nelle isole Samoa. In Nord America ritroviamo ancora una volta, tradizioni su un diluvio universale. Gli inuit dell'Alaska parlano di un diluvio e di un terremoto che risparmiarono i pochi che fuggirono tramite canoe o scapparono sui monti. Il popolo Luiseño e quello degli Huroni raccontano che si abbatté un diluvio su tutta la terra e solo coloro che si rifugiarono sulle vette delle montagne si salvarono. I Montagnais, gli Irochesi, i Chickasaw e i Sioux fanno riferimento al mito del diluvio. In Centro America il mito sul diluvio più famoso è quello contenuto nel codice Latino-Vaticano del popolo degli Aztechi. Si dice, infatti, che la prima era della storia del mondo fu distrutta da un diluvio d'acqua. [...] S econdo un altro popolo mesoamericano, i Mechoacanesecs, il dio Tezcatilpoca volle distruggere tutta l'umanità con un diluvio e salvò solo un uomo di nome Tezpi. Quest'ultimo si imbarcò con la sua famiglia e ogni genere di animali e sementi su un'arca. Quando il dio ordinò la fine del diluvio, la imbarcazione si arenò su una montagna. Tezpi, per sondare l'abitabilità della terra, liberò un avvoltoio che non tornò perché si nutriva delle carcasse degli animali. Allora vennero liberati molti altri uccelli, dei quali tornò solo il colibrì con un ramo nel becco. Il diluvio era finito. Nel "Popol Vuh" del popolo Maya, il Grande Dio volle distruggere l'umanità con un diluvio perché si era dimenticata di lui. In America del Sud, i Chibcha della Colombia dicono che furono portati alla civiltà da un certo personaggio barbuto detto Bochica. Quest'ultimo aveva una moglie invidiosa e cattiva, Chia, che fece piombare un diluvio sulla terra che distrusse gran parte dell'umanità. Bochica cacciò sua moglie facendola divenire la luna. Nonostante il disastro, questo essere superiore riorganizzò i superstiti e alla fine ascese al cielo divenendo un dio. I Canari dell'Ecuador parlano di due fratelli scampati al diluvio. Gli Indios tupinamba del Brasile raccontano che l'eroe civilizzatore Monan aveva creato l'umanità ma distrutto il mondo tramite un diluvio. Il Perù e le Ande più in generale sono ricchissimi di miti sul diluvio. Solitamente la storia è molto simile per molte popolazioni. La terra venne devastata da una diluvio di immani proporzioni. Poi giunge un uomo bianco barbuto che ridona ai superstiti la civiltà. Spesso questo personaggio veniva ricordato come Ticci Viracocha. In Cile, gli Araucani e nella terra del Fuoco gli Yamana e i Pehuenche ricordano anch'essi un diluvio, durante il quale i sopravvissuti si salvarono su montagne molto alte. Oggi come oggi, si ritiene che il mito del diluvio non rappresenti solo una leggenda. Infatti, la sua capillare diffusione e l'incredibile enfasi con cui l'umanità ha voluto trasmettere questa storia ha spinto molti a ricercane una verità storica. In effetti, alla fine dell'ultima glaciazione, tra XI e il IX millennio avanti Cristo, le calotte glaciali che imprigionavano una buona parte dell'Europa e dell'America settentrionale si sciolsero, incrementando di oltre un centinaio di metri, il livello del mare. Pertanto terre che un tempo si trovavano sopra il livello del mare furono sommerse causando inondazioni e distruzioni mai viste. I geologi sostengono che la sommersione di parti continentali avvenne gradualmente. A mio avviso, invece ci fu una grande inondazione che interessò una grande quantità di regioni del globo (il diluvio appunto) e una più piccola serie di sommersioni catastrofiche e devastanti. Questo lo deduco esclusivamente dall'analisi dei miti sopraindicati. Dobbiamo comunque considerare il fatto che prima della conclusione dell'ultima glaciazione, detta Wurmiana, i continenti erano più estesi di quelli attuali. Ad esempio le isole Britanniche erano collegate all'Europa continentale e la pianura padana era molto più estesa di oggi. Il diluvio fu una tappa fondamentale della storia dell'umanità. Dopo questo grave evento per l'uomo e la sua specie, si presentò un nuovo inizio. Nella mezzaluna fertile sorsero le prime comunità agricole, dando così inizio alla storia della nostra civiltà.


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