Magazine Cultura
Data la mia incommensurabile ignoranza nel campo dell'antropologia (come in tutti i campi del sapere, del resto) questo libro mi ha praticamente sconvolto. La mia lettura di questo lavoro risale a un po' di tempo fa, quindi non sarò molto preciso nella descrizione dello stesso o nella trattazione di alcuni aspetti, come sempre. Il libro tratta degli incontri tra Marcel Griaule e il saggio Ogotemmeli del popolo dogon in una regione tra la Nigeria, la Costa d'avorio e il Sudan; incontri che si sono svolti in trentatrè giorni e nei quali il saggio rivela la complessa cosmogonia del suo popolo e, come questa influenzi la vita di tutti i giorni. Più che di influenza, si tratta di vera e propria regolazione; non c'è aspetto della vita dogon che non abbia delle corrispondenze o dei riferimenti nel mito di questo popolo. Il tutto con una logica a dir poco ferrea, con una sequenzialità inesorabile. L'aspetto che forse più mi ha colpito di questo libro è stato quello riguardante l'architettura e l'oggettisitca di questo popolo, anch'esse specchio cosmogonico. Per fare un esempio: nel cercare di spiegare la forma del sistema mondo Ogotemmeli si serve di un piccolo paniere tarlato, una soluzione tanto semplice quanto geniale (se si conosce la descrizione del sistema mondo che qui ometto). Il dipanarsi del racconto è altamente correlato e non sono in grado di trattare argomenti in ordine sparso, né tantomeno parlare di singoli aspetti di questa cosmogonia (altrettanto affascinante rispetto ad altre cosmogonie, con il vantaggio di essere ancora viva, al contrario ad esempio del mito greco). Spero solo che queste parole possano aver suscitato curiosità e magari voglia di leggere questo prezioso libro.
P.S. Mi è venuta voglia di scrivere qualcosa a riguardo ripensando a un pensiero (ripetizione) che mi era venuto in mente una sera al duomo mentre andavo al cinema. Passeggiando mi passa davanti una bella ragazza che aveva un vestito che lasciava intravedere molto (ovviamente nessun giudizio di valore). Allora mi è venuta in mente una frase di Ogotemmeli in cui diceva che il suo popolo preferiva ragazze normali ma coperte (per via del mistero) a ragazze bellissime ma scoperte....
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