Che l’anima sia una realtà sentita profondamente da sempre e da tutti è indubbio. Le incertezze riguardano la sua definizione, il suo collocamento e soprattutto il fatto che sia legata alla vita biologica o la trascenda.
Nemmeno una laurea in psicologia ci aiuterebbe a comprendere che cosa sia l’anima, ma soltanto a tentare d’interpretare i comportamenti umani in funzione della psyche, quindi l’anima.
La filosofia, a partire da Socrate e dal suo discepolo Platone, utilizzerà il termine -psyche- per designare il mondo interiore dell’uomo, non quello materiale, ma quello spirituale, che riveste, da quel momento, piena dignità. Il concetto di psyche, inventato da Socrate e codificato da Platone, è fondamentale a questo proposito: Socrate diceva che il compito dell’uomo è quello di curare l’anima. All’epoca non aveva ancora elementi per potersi esprimere in termini di psicologia e conseguentemente di psicoterapia. Quanto meno si è posto ancora l’interrogativo sull’immortalità o meno della psyche. Ma certamente, da allora, l’anima è entrata a far parte del pensiero filosofico e non ne è mai più uscita.
Tutte le religioni riconoscono, come elemento certo della vita, l’esistenza dell’anima. Possiamo affermare che filosofie e religioni sono concordi nel collocare l’anima-spirito nell’uomo, inteso come essere pensante. Ma l’anima vive con l’uomo e poi muore quando il corpo perde il suo stato di materia o no?
Ci sono due teorie basilari: l’anima, trasmigra, l’anima muore con il corpo. Propongo qualche esempio sintetico.
Per reincarnazione o trasmigrazione delle anime si intende la rinascita in un altro corpo dell’anima o spirito di un individuo, dopo la sua morte fisica.
Essa è uno dei concetti fondamentali dell’Induismo, del Buddhismo, del Paganesimo e di alcune religioni africane, così come di numerose filosofie e movimenti religiosi.
Il termine reincarnazione è considerato sinonimo di metempsicosi ed è riferito in particolare al mondo culturale e religioso orientale e a movimenti spiritisti. Si ritrova anche il termine, con significato simile, di metemsomatosi, letteralmente «passaggio da un corpo all’altro», che non si riferisce però alla persona umana, ma alla trasmigrazione in esseri animali nel senso più generico del termine.
Quindi, c’è l’animismo. Questo termine è usato per classificare le tipologie di religioni o pratiche di culto nelle quali vengono attribuite qualità divine o soprannaturali a cose, luoghi o esseri materiali. Queste religioni, cioè, non identificano la divinità come essere puramente trascendente, bensì attribuiscono proprietà spirituali a determinate realtà materiali.
Nell’Islam si ritiene che l’infusione dell’anima avvenga al termine del quarto mese. Ma non è facile comprendere, a proposito dell’anima, che cosa il Profeta, su ispirazione di Allah, abbia dettato agli scrivani del Corano.
Il Cristianesimo ci ha sempre comunicato il termine “resurrezione” ma secondo i sostenitori della reincarnazione, anche nel Cristianesimo alcuni passi del Vangelo potrebbero indurre verso questa possibilità, vi cito alcuni esempi :
Quando Gesù chiede agli apostoli: “Chi credete che io sia?”, essi rispondono: “Alcuni dicono che sei Giovanni Battista, altri Elia ed altri Geremia o uno dei Profeti”. Ciò testimonierebbe l’accettazione della possibilità che un profeta del passato potesse reincarnarsi nel Cristo.
L’episodio della trasfigurazione sul monte Tabor: “Ma io vi dico che Elia è già venuto e non lo hanno riconosciuto”, allora i discepoli compresero che aveva parlato di Giovanni il Battista.
“Tutti i profeti e la legge hanno profetato fino a Giovanni e, se volete accettarlo, egli è quell’Elia che doveva venire”.
Quando i farisei interrogano il cieco che annuncia la guarigione: “Tu sei venuto al mondo ricoperto di peccati e vuoi farci da maestro”.
Quando i farisei interrogano il Battista su chi egli sia e con quale autorità compia il suo ministero, gli prospettano tre personaggi di cui uno sicuramente morto, ovvero Elia, il Messia o il Profeta. Nell’incontro con Nicodemo, Gesù sembrerebbe suggerire una rinascita immediata ovvero una conversione all’ipotesi di reincarnazione dell’anima.
Diamo uno sguardo anche all’Ebraismo.
Nei testi dell’Arizal e dello Zohar relativi alla reincarnazione, viene espresso il principio che cito: “Non è comunque esclusa la possibilità che una stessa anima possa vivere più vite in periodi storici differenti e sia soggetta a più rinascite dopo la morte. A questo proposito si parla di anime nuove che non subiranno o non hanno subito sino a quel momento alcun tipo di reincarnazione, esse sono più forti delle altre. Vi è poi il caso di anime che, mancanti della forza necessaria ad ascendere al Cielo, vagano sulla terra a volte in gruppi, come turbini, e a volte stazionando accanto ad animali, piante o oggetti inanimati, per averne riferimento per il proprio movimento spirituale”.
La difficoltà estrema di definire l’anima (diciamo ancora spirito) non è mai stata superata, ma pur sempre, cosmicamente, riconosciuta nella sua indiscutibile esistenza. Forse, proprio come Dio.
Ma perché forse? Tutti sentiamo in noi questa presenza che chiamiamo “anima”, ma potremmo anche chiamarla -SPIRITO SANTO-, quindi, DIO.
In questa teoria “nacciana”, ritorno alla filosofia e mi faccio aiutare da quella “nicciana”.
In “Cosi parlò Zarathustra” Friedrich Nietzsche afferma che la mancanza di un senso metafisico della vita e dell’universo fa rimanere l’uomo nel nichilismo (meglio il termine latino nihilismo) passivo o disperazione nichilista. È tuttavia possibile uscire dal nichilismo (nichilismo = nullità) superando questa visione e riconoscendo che è l’uomo stesso la sorgente di tutti i valori e delle virtù della volontà di potenza (nichilismo attivo). L’uomo, ergendosi al di sopra del caos della vita, può generare propri significati e imporre la propria volontà. Chi riesce a compiere questa impresa è l’Oltreuomo, cioè l’uomo che ha compreso che è lui stesso a dare significato alla vita.
Dio ha creato l’uomo, poi è morto, perché l’uomo ha dentro di sé Dio. E dove può collocarsi Dio -Spirito Santo- nell’uomo, se non proprio nella sua anima? Quindi, Dio è in tutte le nostre anime!
Attendo serenamente la scomunica. Sicuramente la valutazione su questa teoria non potrà mai essere, come direbbe Cocciante: “Bella…senz’anima!”
Alberto Nacci
ANNOTAZIONE : Impossibile una raffigurazione iconografica dell’anima. Ho avuto un periodo di grande interesse per la grafica concettuale, forse è quella più vicina all’interiorità dell’anima. Vi presento tre “Concetti”:
-Passiamo un giorno insieme-
-La scala della settimana-
-Equilibrio-