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Dio non è dei morti, ma dei viventi - 32° Domenica TO ANNO C

Creato il 09 novembre 2013 da Ambrogio Ponzi @lucecolore
10 novembre 2013 Dio non è dei morti, ma dei viventi - 32° Domenica TO ANNO C
32° DOMENICA TEMPO ORDINARIO ANNO C 
Antifona d'Ingresso  Sal 87,3La mia preghiera giunga fino a te;
tendi, o Signore, l'orecchio
alla mia preghiera.

CollettaO Dio, Padre della vita e autore della risurrezione, davanti a te anche i morti vivono; fa' che la parola del tuo Figlio seminata nei nostri cuori, germogli e fruttifichi in ogni opera buona, perché in vita e in morte siamo confermati nella speranza della gloria. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.



Prima Lettura  2 Mac 7, 1-2. 9-14Il re dell'universo ci risusciterà a vita nuova ed eterna.

Dal secondo libro dei Maccabèi In quei giorni, ci fu il caso di sette fratelli che, presi insieme alla loro madre, furono costretti dal re, a forza di flagelli e nerbate, a cibarsi di carni suine proibite. Uno di loro, facendosi interprete di tutti, disse: «Che cosa cerchi o vuoi sapere da noi? Siamo pronti a morire piuttosto che trasgredire le leggi dei padri». [E il secondo,] giunto all’ultimo respiro, disse: «Tu, o scellerato, ci elimini dalla vita presente, ma il re dell’universo, dopo che saremo morti per le sue leggi, ci risusciterà a vita nuova ed eterna».
Dopo costui fu torturato il terzo, che alla loro richiesta mise fuori prontamente la lingua e stese con coraggio le mani, dicendo dignitosamente: «Dal Cielo ho queste membra e per le sue leggi le disprezzo, perché da lui spero di riaverle di nuovo». Lo stesso re e i suoi dignitari rimasero colpiti dalla fierezza di questo giovane, che non teneva in nessun conto le torture.
Fatto morire anche questo, si misero a straziare il quarto con gli stessi tormenti. Ridotto in fin di vita, egli diceva: «È preferibile morire per mano degli uomini, quando da Dio si ha la speranza di essere da lui di nuovo risuscitati; ma per te non ci sarà davvero risurrezione per la vita». 
- Parola di Dio
Salmo Responsoriale  Dal Salmo 16
Rit. : Ci sazieremo, Signore,  contemplando il tuo volto.
Ascolta, Signore, la mia giusta causa,
sii attento al mio grido.
Porgi l’orecchio alla mia preghiera:
sulle mie labbra non c’è inganno. - Rit.
Tieni saldi i miei passi sulle tue vie
e i miei piedi non vacilleranno.
Io t’invoco poiché tu mi rispondi, o Dio;
tendi a me l’orecchio, ascolta le mie parole. - Rit.
Custodiscimi come pupilla degli occhi,
all’ombra delle tue ali nascondimi,
io nella giustizia contemplerò il tuo volto,
al risveglio mi sazierò della tua immagine.  - Rit.

Seconda Lettura  2 Ts 2, 16 - 3, 5Il Signore vi confermi in ogni opera e parola di bene. 
Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicési Fratelli, lo stesso Signore nostro Gesù Cristo e Dio, Padre nostro, che ci ha amati e ci ha dato, per sua grazia, una consolazione eterna e una buona speranza, conforti i vostri cuori e li confermi in ogni opera e parola di bene. Per il resto, fratelli, pregate per noi, perché la parola del Signore corra e sia glorificata, come lo è anche tra voi, e veniamo liberati dagli uomini corrotti e malvagi. La fede infatti non è di tutti. Ma il Signore è fedele: egli vi confermerà e vi custodirà dal Maligno. Riguardo a voi, abbiamo questa fiducia nel Signore: che quanto noi vi ordiniamo già lo facciate e continuerete a farlo. Il Signore guidi i vostri cuori all’amore di Dio e alla pazienza di Cristo. - Parola di Dio
Vangelo  Lc 20, 27-38 [ Forma breve Lc 20, 27.34-38 ] Dio non è dei morti, ma dei viventi.
Dal vangelo secondo Luca [ In quel tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni sadducèi – i quali dicono che non c’è risurrezione ] – e gli posero questa domanda: «Maestro, Mosè ci ha prescritto: “Se muore il fratello di qualcuno che ha moglie, ma è senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello”. C’erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. Allora la prese il secondo e poi il terzo e così tutti e sette morirono senza lasciare figli. Da ultimo morì anche la donna. La donna dunque, alla risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie». Gesù rispose loro: [ «I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono né moglie né marito: infatti non possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, poiché sono figli della risurrezione, sono figli di Dio. Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando dice: “Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe”. Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui». ]
  • Parola del Signore
RIFLESSIONI 
Il Signore richiama la nostra attenzione sulla realtà di fede della vita eterna, cioè sulla realtà futura e sulla risurrezione.
Avrete notato come la realtà della risurrezione è presente in tutte le letture e come è sintetizzata in modo chiaro nella preghiera di colletta. Nel vangelo, i sadducei, interrogando Gesù, mettono in ridicolo la risurrezione negandola ed utilizzando una normativa eccezionale per affermare l’impossibilità dell’evento risurrezione. I sadducei negano la risurrezione e cercano di mettere in imbarazzo Gesù. Sorgono per noi alcune domande. Cosa è per te la risurrezione? È presente nella tua vita? Questa realtà, che compare con forza nelle scritture, apre una prospettiva oppure rimane fuori dalla tua attenzione? La domanda non è solo riferita al se crediamo a questo orizzonte, ma soprattutto a come lo affrontiamo e se lo consideriamo un fatto vitale. Per i sadducei, la risurrezione è ridicola; per noi cosa è? Forse pensiamo raramente a questa prospettiva, ci sembra estranea, zona di grandi interrogativi. La prima lettura, che sembra apparentemente utilizzare lo stesso espediente, porta l’esempio incoraggiante dei sette fratelli uccisi in un periodo dove la fede del popolo di Israele era in crisi e ostacolata in mille modi. I sette fratelli muoiono martiri per la loro fede nella risurrezione. Le letture affermano con rigore questa prospettiva: la risurrezione c’è, è certa, e il Signore la fa essere come orizzonte. La risurrezione dà senso all’esistenza: il bene e il male, il presente e il futuro sono illuminati da questa luce. Dio prepara per noi una vita che ha come sbocco una pienezza al momento solo sperata. La posizione della tradizione ebraica, e poi cristiana, vede nella risurrezione la condizione che dà senso alle scelte quotidiane personali, familiari, dei gruppi, della chiesa in genere e del popolo di Dio. All’opposto di quello che pensano i sadducei, c’è questa luce che dà senso alla vita. La nostra vita, nel bene e nel male, è misurata da questa prospettiva: la morte non chiude la nostra vita, ma al contrario è la vita che abbraccia e dà luce anche alla morte. L’esperienza dell’uomo è significativa solo in questa luce. Ripropongo la domanda: che influenza ha la risurrezione nella tua vita, nel tuo lavoro, nei tuoi affetti, nelle tue scelte? Non solo; la risurrezione ha una portata, una forza tale da cambiare realmente la tua vita ? Anche il più nobile, il più elevato degli uomini, se non ha il dono dell’orizzonte della risurrezione si trova ingabbiato dentro il dramma della morte, senza speranza. Così pure la condivisione, l’impegno, la libertà, la cultura, l’arte, la filosofia, la politica, il teatro senza l’orizzonte della risurrezione sarebbero soffocate e non in grado di dare risposte appaganti in modo pieno. La fede nella risurrezione è motivo di speranza anche nelle situazioni più chiuse e difficili. La risurrezione produce un’apertura di cuore e un’energia che diversamente non sarebbero possibili. Queste mie considerazioni sono spunti che intendono aiutare la riflessione e che sottopongo alla vostra attenzione. La fede nella risurrezione è frutto di un ragionamento? È un’ideologia? Per noi la risurrezione è una persona: Gesù, il primo risorto. San Paolo diceva : se io non credo nel Cristo Risorto, vana è la mia fede e la mia vita (1 Cor 15,14). Questo secondo punto ci interroga con questa domanda: la fede in Gesù Risorto è il fondamento della mia vita, della mia esistenza di cristiano? La santità, il possesso della verità e i valori in genere, come ad es. la comunione, hanno senso nell’orizzonte della risurrezione. San Giovanni dice: adesso ricevo la comunione, ma non è ancora piena, mi sarà data in pienezza nella vita futura. Così anche il sacrificio richiesto nella vita è sostenibile soltanto dentro a questo orizzonte. Il suggerimento è di riflettere, di verificare se le mie decisioni, le mie scelte sono fatte tenendo conto di questa luce. La grazia è legata a questo sguardo che ci suggeriscono la Parola, la preghiera, la liturgia. Sono esperienze che vanno oltre la morte e danno una prospettiva sia pure incompleta della felicità eterna. Chiederei di lavorare personalmente sull’esperienza che noi abbiamo della risurrezione e di come questa esperienza sta illuminando la nostra vita. Facciamo infine attenzione alle parole significative della colletta: “…Padre della vita e autore della risurrezione… ”.
RIFLESSIONE
La mentalità corrente considera una ingenuità credere nella risurrezione. Il caso dei sette fratelli cerca di ridicolizzare la fede nella risurrezione.
La Risurrezione non è una teoria, ma un fatto, una persona: Gesù Risorto. In Lui ha senso pieno la storia dell’uomo ed è reale il compimento del Regno.
La risurrezione apre un mondo di speranze e di attese: vale la pena spendersi, lottare e soffrire per la comunione, la giustizia e la pace.


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