Nel corso della beatificazione di Paolo VI – il papa che qui vediamo ed ascoltiamo nel giorno della sua incoronazione il 30 giugno 1963 – il pontefice ha voluto ricordare ieri che fu proprio Giovanni Battista Montini, successore al soglio pontificio di Giovanni XXIII, ad istituire il primo Sinodo dei vescovi e ha auspicato di vincere «il timore che spesso proviamo di fronte alle sorprese di Dio. Lui non ha paura delle novità! Per questo, continuamente ci sorprende, aprendoci e conducendoci a vie impensate».
La cerimonia giunge all’indomani del voto che ha sancito la fine del Sinodo straordinario sulla famiglia e che ha visto la straordinaria “novità”, voluta da papa Francesco, di rendere pubblica la discussione e la votazione dei padri sinodali sul documento “relatio post disceptationem” , la relazione che, su comunione dei risposati e aperture sulle unioni omosessuali ha spaccato l’organo collegiale. “Ho visto e ho ascoltato – con gioia e riconoscenza – discorsi e interventi pieni di fede, di zelo pastorale e dottrinale, di saggezza, di franchezza, di coraggio e di parresia”, ha sottolineato il pontefice nel Discorso per la conclusione della III Assemblea generale straordinaria del Sinodo dei Vescovi;
andando oltre l’apprezzamento del pluralismo interno alla chiesa ha aperto alla comunità laica decidendo di rendere pubblico l’intero processo decisionale. Radio radicale ha trasmesso ieri il briefing sul documento del Sinodo nella Sala stampa della santa Sede, un evento di grande interesse.
Dopo la dirompente decisione di un pontefice di abdicare al soglio pontificio la storia della Chiesa sembra accelerare ancora una volta verso la modernità attenuando il carattere trascendente dell’istituzione. Rileggiamo il racconto che l’Archivio Luce ci consegna sulle sfide tra papi del passato e società, civile, politica e religiosa in questo articolo del 2013. Sono trascorsi davvero anni Luce!