Stiamo diventando lo zerbino dell’Europa se non del mondo.
Il caso dell’ingegnere italiano Franco Lamolinara, ucciso assieme all’ostaggio britannico durante un blitz inglese (ferma restando la responsabilità primaria dei sequestratori nigeriani, fondamentalisti islamici), con l’informazione al nostro governo fatto pervenire (sembra) solo ad operazione già avvenuta, si aggiunge alle colpevoli negligenze nel caso dei due marò imprigionati dagli indiani.
Qui abbiamo fatto davvero la figura degli sprovveduti, i soli a cascare nella trappola, tra le quattro navi interpellate dopo la sparatoria con i pirati. L’unica ad opporsi allo sbarco e quindi all’imprigionamento dei due nostri connazionali è stata la Marina e, conseguentemente, il ministero della Difesa, mentre la Farnesina ha tentennato a lungo. Non si è immediatamente attivata quando gli indiani hanno inizialmente impedito ai nostri esperti di partecipare alle prove balistiche, poi invitati ma solo in veste di osservatori. Non si è imposta subito nella condanna al trasferimento in carcere dei due marò. Solo successivamente ha inviato due avvocati. Fortunatamente ieri si sono opposti allo sbarco, con un probabile successivo “sequestro” di un altro marò, ottenendo che questo venisse invece interrogato a bordo.
Tutto ciò manifesta i danni causati dall’inesperienza dei “tecnici” rispetto ai politici, i primi timorosi ed incapaci di farsi rispettare con fermezza in campo internazionale.