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“Dipthycha” di Emanuele Marcuccio, recensione di Giorgia Catalano

Creato il 26 settembre 2014 da Lorenzo127
DIPTHYCHA
di Emanuele Marcuccio e AA.VV.
Pozzuoli (NA), Photocity Edizioni, 2013, pp. 90
ISBN: 978-88-6682-474-9
Poesia/Antologie
 
Recensione a cura di Giorgia Catalano
 

 Dipthycha_original_front_cover_600Non mi è mai successo di recensire un libro che mi vede tra gli autori, ma colgo con interesse questa opportunità meravigliosa: esprimermi guardando l’opera da un’altra angolazione.

Emanuele Marcuccio, poeta, aforista, attento e sensibile critico letterario, ideatore di questa non solita antologia -come egli stesso ama definirla- ha raccolto in questo volume (che, già a guardarne nel dettaglio la copertina, profuma di storia, quindi, di qualcosa di importante ed incisivo) ventuno dittici poetici, per un totale di quarantadue diverse ispirazioni. Accomunate tra loro da uno stesso tema, abbracciano la Poesia nella sua accezione più estesa e più nobile.

Si parla di sentimenti, di stagioni, di sguardi introspettivi rivolti verso la società, la guerra, di eventi a volte anche non piacevoli, penso, ad esempio, al terremoto in Abruzzo (vedi il dittico, composto da “Distacco terreno” di Rosa Cassese e “Per i terremotati d’Abruzzo” di Emanuele Marcuccio) per mezzo di linguaggi diversi e diverse espressioni, attraverso il vissuto interiore -e non soltanto- dei singoli autori.

Riuniti in un’unica stretta di mano, i poeti, tutti, hanno elevato una voce corale, collettiva, rivolgendola a coloro che si nutrono di emozioni e che non potranno non ritrovarsi tra i versi indelebili racchiusi in questo scrigno prezioso.

Il Poeta parla del mondo, di quello fuori e dentro di sé, mettendo a nudo la propria anima senza vergogna, perché -come si evince dalla lettura di Dipthycha, opera unica nel suo genere- esistono sentimenti ed emozioni universali che non conoscono confini, né limiti di sorta.

Dipthycha: voci sussurrate, mai prepotenti.

 

Giorgia Catalano

 

Torino, 28 agosto 2014



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