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Dire qualcosa quando non si ha niente da dire

Da Marcoscataglini


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E' possibile dire davvero qualcosa quando non si ha niente da dire? Quando sarebbe meglio starsene zitti zitti, buoni buoni, in un angolo, facendo in modo che il silenzio esprima i nostri sentimenti? No, evidentemente. Fotografare e parlare sono due delle molteplici possibilità di espressione e comunicazione che abbiamo a disposizione, e se dietro non c'è qualcosa da esprimere o comunicare si ottengono solo gusci vuoti, privi di vita. Inutili. Ci riflettevo giusto stamattina, mentre mi imponevo di scrivere qualcosa su questo blog che da un po' di tempo non aggiornavo.
Che credete, anche io, come tutti coloro che hanno un blog, vado a vedermi le statistiche di visita al sito, e noto che quando c'è un nuovo post il picco sale verso l'alto, per poi tristemente riscendere. Giusto, in fondo. Una volta fatto un giretto sul sito, viste le foto, letto le novità, perché mai dovreste tornare sul sito se non ci sono vere novità? Faccio così anch'io, lo confesso. Ogni tanto "butto un'occhio" sui siti che mi piacciono, solo per vedere se ci sono aggiornamenti da vedere o da leggere. E i siti che per molto tempo non presentano novità, dopo un po' non li visito più. Eccola la vera paura: perdere visitatori, che già non sono moltissimi, nonostante gli sforzi fatti, nonostante l'impegno messo. E' che noi "internettiani" siamo troppo ripiegati su noi stessi per capire davvero quanto vasta e multiforme sia l'offerta disponibile sulla rete. Si trova veramente di tutto, a volte con livelli qualitativi stratosferici. E tutto gratis. Oddio, non proprio gratis, visto che i siti migliori, che richiedono grande lavoro per essere mantenuti, si fanno foraggiare (giustamente) dalle pubblicità o con la vendita di banner e spazi del genere.
Ma i piccoli siti personali tipo quello che, evidentemente, state visitando ora, che senso possono avere? Perché l'ho creato e ci perdo tanto tempo? Stamattina avrei un sacco di cose da fare, tipo trovare un modo per guadagnarmi il pane (fotografando), e invece eccomi qui a scribacchiare davanti allo schermo del computer cercando un filo logico nei miei pensieri. Ve lo siete mai chiesto perché facciamo tutto questo? Certo, ho creato Color Seppia per promuovere il mio lavoro (obiettivo per il momento non raggiunto), per mostrare cosa faccio e spiegare il perché continui a farlo nonostante le difficoltà e le incomprensioni (la gran parte della gente vede il mondo a colori e così lo vuole fotografato: e invece per me il mondo è fatto di forme, meglio esprimibili col bianco e nero), per tentare di vendere i miei libri, per offrire i miei servizi, i workshops, e così via. Insomma, quello che fanno quasi tutti i miei colleghi.
Ne parlavo tempo fa con un mio amico e collega. Anche lui ha il suo sito, e ritiene che un fotografo, in fondo, non possa farne a meno. Lo penso anch'io, in effetti. Ma poi mi spunta in testa sempre questa domanda impertinente che mi dà i crampi allo stomaco, e cioé: perché? Perché è indispensabile avere un proprio sito se non se ne ricava una particolare visibilità, o guadagni? Perché scrivere post sul proprio blog, riflettendoli su Facebook, se nessuno li commenta, se non ci sono -come fa figo dire oggi - adeguatifeedback? Chi ce lo fa fare? Invece di scrivere cazzate, potrei prendere la mia fotocamera e uscire a far foto, no? Ma poi so che continuerò così, andando in automatico, senza pormi troppe domande. Quelle domande che ti saltano in testa quando vorresti scrivere qualcosa e non hai niente da dire. E alla fine, qualcosa hai pur detto...


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COMMENTI (1)

Da Raffaella
Inviato il 12 maggio a 16:18
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Ciao. Sono Raffaella e faccio parte della redazione di Giardinaggio. Mi sono imbattatuta nel blog e ho letto questo tuo post...e ho subito pensato...ma perchè non si iscrive al nostro nuovo concorso fotografico? Si intitola "Le voci dei giardini" (!!!) ed è rivolto a tutti gli appassionati di verde...e di fotografia, come te! Per maggiori informazioni puoi andare su www.giardinaggioinsieme.it

Aspettiamo le tue foto! Raffaella

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