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Direzione PD: via Letta, nuovo Governo

Creato il 13 febbraio 2014 da Retrò Online Magazine @retr_online

Matteo Renzi legge la richiesta di un nuovo governo proposta dalla direzione Pd.La proposta della direzione nazionale Pd. 

Secondo Renzi non si tratta di dare colpe al Governo, ma si tratta di capire se siamo in condizioni di aprire una pagina nuova.

Renzi decide di leggere subito il documento che è stato approvato e che sarà la proposta su cui bisognerà votare: esaminata la situazione politica si ringrazia il presidente Letta e il suo esecutivo di servizio, nato in un periodo delicato e per il significativo apporto dato con il raggiungimento degli obiettivi europei.

Si rileva la necessità di aprire una frase nuova con un esecutivo nuovo, da condividere con l’attuale coalizione e un programma aperto alle nuove istante. Compito sarà arrivare alla naturale scadenza della legislatura e l’attuazione delle risorse.

Bivio del Pd non per scelta della segreteria. Mai il Pd ha fatto mancare l’appoggio, in questo anno, al governo. I fatti parlano per il Pd. Ma se la situazione nella quale ci troviamo, della quale non possiamo attribuire responsabilità esclusiva al governo, richiede un cambiamento radicale, non è un derby, ma la buona regola della politica.

Questo tipo di atteggiamento ha in alcuni di noi un elemento di difficoltà, anche personale, che Renzi non trascura.

È più difficile scegliere questa strada che aspettare un lento e lungo logoramento. Mettersi in gioco adesso ha un elemento di rischio personale. Chi fa politica ha il dovere di rischiare, in alcuni momenti. Non è un rischio personale, ma del Pd. Se il Pd non si prende la responsabilità, si continua a disegnare un paese in cui in Parlamento si vedono le scene che abbiamo visto in questi giorni. Il lento logoramento delle istituzioni senza una forte spinta da parte nostra corre il rischio di vedere perdere non solo posizioni di competitività economica, ma anche credibilità istituzionale.

Questo è un tentativo di restituire un’occasione alla politica. Se il rischio lo dobbiamo correre anche noi, la disponibilità dev’essere presa con il vento in faccia. Avere il coraggio di mettere la faccia fuori significa anche assumere il rischio di un cambiamento necessario, ma anche delicato. Un cambiamento offerto al dibattito istituzionale, che in queste ore sta vivendo l’ennesima pagina triste. Il presidente della Repubblica viene una volta di più accusato di venire meno ai propri compiti, quando è il garante, come noto delle istituzioni.

Se oggi dalle forze della coalizione viene l’invito che il Pd si prenda questa responsabilità: stando le alternative come elezioni anticipate o patto di coalizione. Renzi propone la strada più difficile, quella sulla quale si farà più fatica, ma anche l’unica che il Pd si possa permettere, con tutti i numeri dei suoi parlamentari e con il 60% degli amministratori locali. Siccome questo scenario richiede l’impegno di ciascuno di noi: se questo è l’orizzonte ci muoviamo, ma un passaggio dev’essere chiaro: qualcuno ha scritto in queste ore “l’ambizione smisurata di Renzi e del Pd”. Vi aspetterete che io smentisca queste parole. C’è un ambizione smisurata, del segretario Pd come l’ultimo delegato e l’ultimo iscritto di questo partito che discute, litiga e si confronta. C’è un’ambizione smisurata: quella che il Pd non può vivere in una situazione d’incertezza e di instabilità per i prossimi anni.

Vi chiedo tutti insieme di uscire dalla palude.

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