Londra, 15 febbraio 2013 – L’annuncio che anche in Francia la Formula 1 verra’ trasmessa sul canale a pagamento Canal+ completa la line up di canali televisivi a livello europeo che trasmetteranno il campionato 2013 a pagamento.
La Francia si e’ aggiunta a quello che e’ gia successo in diversi paesi europei come ad esempio il Regno Unito, Olanda e da quest’anno l’Italia.
Lungi dal giudicare la qualita’ del prodotto trasmesso dai canali a pagamento, che nel caso del Regno Unito e’ decisamente buono, rimane il dubbio se questo e’ il modello per far si che il numero di coloro che guardano la F1 aumenti.
Sembra che, sempre prendendo in considerazione quello che e’ successo nei paesi dove questo schema e’ stato utilizzato, che non sia il caso. Nonostante lo scorso anno abbiamo avuto uno dei campionati piu’ avvicenti degli ultimi anni, il numero di spettatori e’ diminuito, rischiando per certi versi di far si che la F1 faccia la fine del tennis, uno sport oramai completamente o quasi trasmesso sui canali a pagamento.
Il problema e’ anche un altro. La Formula 1, come la maggior parte degli sport motoristici, vive di sponsorizzazioni e di pubblicita’. E come sappiamo tutti la pubblicita’ piu’ gente la vede e piu’ c’e’ possibilita’ che dia un ritorno a chi ci investe. Questo sembra in contrasto con il modello dei canali a pagamento dove in realta’ il numero di coloro che vogliono fare l’abbonamento o che possono permetterselo in alcuni casi non e’ cosi’ elevato come quanto colo che accendono la televisione e si vedono il Gran Premio perche’ e’ li.
In un clima come quello attuale dove il livello delle sponsorizzazioni sia in termini di numero che di soldi investiti sta scendendo, limitare ulteriormente l’audience non sembra una buona idea. Anche se in realta’, sia il detentore dei diritti commerciali che i team si divideranno una fetta dei proventi proveniente dai vari contratti firmati con i canali a pagamento. Ed e’ su questo punto che scatta l’elemento denaro e ci fa capire come alla fine la Formula 1 sia uno sport dove quello che conta sono principalmente i soldi e non gli spettatori.
I diversi contratti firmati con le TV a pagamento infatti compenseranno per la perdita di finanziamenti proveniente dal numero ridotto di sponsor presente oggi sulle monoposto. Non si arrivera’ ovviamente a quanto succedeva negli anni ’60 dove non vi erano praticamente sponsor sulle vetture di Formula 1, ma certamente l’elemento sponsorizzazione verra’ meno. Ma rimane comunque un elemento molto influente nel bilancio dei team di Formula 1. Quindi nonostante la firma di lucrosi contratti di diritti televisivi a pagamento, in realta’ piu’ della meta’ della griglia di partenza del campionato 2013 sta sudando freddo per vedere se riusciranno a tirare avanti fino alla fine, con fosche previsioni che prevedono un altro team che lascera’ la massima serie, dopo il fallimento della HRT.
Di certo la Formula 1 in questo momento sta navigando in acque agitate, dove risulteranno essere vitali le scelte che verranno prese nei prossimi mesi, soprattutto in considerazione dei costi elevati che verranno sostenuti con il ritorno dei motori turbo a partire dal 2014.