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Diritti TV: la Spagna passa al modello di ripartizione centralizzata (anche se …)

Creato il 03 maggio 2015 da Tifoso Bilanciato @TifBilanciato

Con la pubblicazione del Real Decreto-Ley n. 5/2015, il Governo Spagnolo ha completato un percorso più volte annunciato nei mesi passati, introducendo anche per la Spagna il criterio di ripartizione collettiva dei diritti televisivi del calcio.

La situazione attuale

Fino ad oggi le squadre erano libere di negoziare direttamente con le televisioni e questo, comprensibilmente, aveva creato una situazione di forte disequilibrio fra le due big, Real Madrid e Barcelona, ed il resto delle altre squadre.

Diritti Spagna passa modello ripartizione centralizzata (anche

Le prime due squadre si muovono su livelli assolutamente distanti dalle altre concorrenti: fra i loro incassi annuali (circa 140 mln di euro all'anno) ed il terzo classificato (il Valencia, con 48 mln) rende immediatamente l'idea. Lo stesso Il rapporto fra gli incassi delle prime due e quelli dell'ultima è migliorato nell'ultimo periodo, ma rimane pur sempre di 7,8 volte, pari ad una differenza assoluta di 122 milioni di euro.

In questo contesto ormai da tempo il Governo Spagnolo ha deciso di intervenire per introdurre, a partire dalla stagione 2016/17, un sistema di distribuzione collettivo. Vediamone i principali criteri.

Solo diritti televisivi, con alcune eccezioni

Il RDL 05/2015 disciplina esclusivamente le trasmissioni televisive, lasciando quindi libere quelle radiofoniche. Inoltre prevede che le squadre continueranno a poter vendere direttamente i diritti relativi agli eventi che si giocano presso il proprio stadio limitatamente alle differite dell'incontro (purché trasmesse da una televisione di proprietà del Club) e alla trasmissione in diretta dell'evento che si sta giocando all'interno dell'impianto.

Le modalità di vendita

La titolarità formale dei diritti audiovisuali rimane in capo ai Club che però, per il solo fatto di partecipare ad una delle competizioni interessate (Liga de Primera y Segunda, Copa del Rey, Supercopa de España), sono tenuti a delegare a quella che viene denominata "Entità Organizzatrice" (la LFP per i Campionati e la Federazione per Coppa e Supercoppa) la gestione della vendita di tali diritti. Le gare non potranno avere durata superiore ai 3 anni e, come accade nelle altre nazioni, esistono dei vincoli interni per evitare che si formino dei monopoli.

La novità importante è che la vendita collettiva riguarderà sia la Prima che la Seconda Divisione, permettendo così in teoria un effetto di traino che dovrebbe favorire un incremento dei ricavi anche delle squadre della Liga Adelante.

I criteri di distribuzione

Il montepremi totale verrà ripartito fra Liga e Liga Adelante con una proporzione 90/10. Successivamente la suddivisione fra le squadre avverrà sulla base di 4 criteri:

  • una quota in parti uguali (50% per la Liga, almeno 70% per la Liga Adelante);
  • una quota basata sui risultati sportivi (per le squadre della Liga si terrà conto degli ultimi 5 campionati, per la Liga Adelante solo dell'ultimo);
  • una quota (1/3 del residuo) basata sulla capacità di attrarre i tifosi (vendita di abbonamenti e biglietti) nelle ultime 5 stagioni;
  • una quota (2/3 del residuo) basata sul contributo della squadra alla visibilità del campionato. Il testo non lo dice chiaramente, ma è ragionevole pensare che si tratti di un criterio assimilabile al nostro bacino d'utenza.
Diritti TV: la Spagna passa al modello di ripartizione centralizzata (anche se …)

Poiché i criteri variabili sono ovviamente tali da avvantaggiare in maniera importante Real Madrid e Barcelona, la normativa individua alcuni vincoli interni:

  • per gli ultimi due criteri (definiti di "implantación social") nessuna delle squadre partecipanti potrà ricevere una quota superiore al 20% del totale disponibile per la singola categoria di valutazione; l'eventuale differenza verrà ripartita proporzionalmente fra gli altri. Nessuna delle squadre potrà ricevere un valore inferiore al 2% del totale disponibile;
  • il rapporto "first-to-last", ovvero la proporzione fra i ricavi della prima e dell'ultima di ogni competizione, non potrà in nessun caso essere superiore a 4,5 volte e, laddove superato, dovrà essere oggetto di interventi per il suo riallineamento.
  • Se il ricavo totale della vendita dei diritti superasse il miliardo di euro all'anno, questa soglia di 4,5 verrà ulteriormente ridotta fino ad arrivare a 3,5 nel caso in cui il montepremi arrivasse a 1,5 mld annui.

Come nella maggior parte delle competizioni, la distribuzione alle squadre dell'importo raccolto attraverso le gare per l'assegnazione dei diritti televisivi prevede che una parte di questi proventi vengano utilizzati anche per finalità" di sistema".

Diritti TV: la Spagna passa al modello di ripartizione centralizzata (anche se …)

Il recupero fiscale

Una delle ragioni che hanno condotto il Governo ad intervenire sul tema è la necessità di assicurare a tutte le squadre un aumento dei ricavi tale da garantire i piani di rientro che sono in corso rispetto ai debiti fiscali e previdenziali. Nel maggio del 2012 lo Stato aveva siglato un accordo con la Federazione per gestire il "buco", che in allora era di 850 mln di euro, valore che a ottobre 2014 era sceso a 480 mln.

Non a caso il testo del Real Decreto contiene un articolo specifico che precisa, semmai ce ne fosse bisogno, che il pagamento dei crediti fiscali e previdenziali deve essere considerato come preferenziale rispetto agli obblighi derivanti dalla legge sui diritti tv; il che vuol dire, in parole semplici, che n el caso in cui una squadra non onori i propri debiti, lo Stato si riserva il diritto di andare a prendere i soldi direttamente dalla Federazione, fino a concorrenza con i suoi crediti insoluti.

Le clausole di salvaguardia (per Real Madrid e Barcelona)

La nuova normativa, se applicata sui valori attuali di transazione, porterebbe evidentemente un danno economico alle due big, che si vedrebbero private di una quota importante dei propri ricavi. La "scommessa" sottostante la decisione del Governo e che il valore finale della vendita dei diritti televisivi dal 2016/17 aumenti, in modo che Real e Barça non abbiano un danno (al massimo andando in pari) pur favorendo una crescita delle altre squadre.

Ma cosa succederà se la vendita non avrà il successo sperato?

Ce lo dice la " Disposición transitoria segunda" che disciplina per i primi 6 anni di applicazione della normativa (!) due eccezioni:

  • nel caso in cui l'importo collettivamente ottenuto dalla vendita dei diritti tv, fosse inferiore alla somma di quanto effettivamente ottenuto dai club per la stagione 2014/15, i criteri di ripartizione (ed il limiti) non troveranno applicazione e l'importo ottenuto verrà distribuito fra le squadre proporzionalmente a quanto le stesse avevano ottenuto nel 2014/15;
  • nel caso in cui l'importo collettivamente ottenuto dalla vendita dei diritti tv, superasse la somma di quanto effettivamente ottenuto dai club per la stagione 2014/15, ma per effetto della nuova ripartizione qualcuno dei club ottenesse un valore individuale inferiore a quanto percepito nel 2014/15, i criteri di ripartizione verranno inizialmente applicati (ma non i limiti interni), ma ciascuno dei club che hanno un saldo positivo rispetto al 2014/15 grazie all'applicazione della nuova normativa vedrà ridursi proporzionalmente questo surplus fino a quando i club in "deficit" non avranno raggiunto il 100% dei ricavi che avevano fatto registrare nel 2014/15.

Di seguito il testo completo della legge:

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