Posto che il governo Monti si stia muovendo secondo un copione già noto e che non potessimo aspettarci nulla di diverso, posto quindi che si ha tutti il diritto di indignarsi di fronte alla solita manovra ammazzapopolo e salvaricco, posto anche che, comunque, da qualche parte bisogna pure cominciare, c’è da distinguere chi si indigna.
Già perché, in questo campo, l’indignazione non è uguale per tutti. Per essere precisi non credo abbiano alcun diritto di indignarsi coloro che hanno votato pedissequamente e costantemente Berlusconi lungo tutta la sciagurata stagione del berlusconismo. Non ne hanno il diritto perché, benché la crisi sia mondiale e benché tutta Europa ne soffra, la situazione italiana appare più grave e rischia di trascinarsi dietro tutta la comunità di stati membri.
E la responsabilità del maggior pericolo che l’Italia corre è addebitabile in via esclusiva non tanto al dissennato governo Berlusconi ma a coloro che l’hanno votato e gli hanno dato l’opportunità di condurci a questo sfacelo. Quando sento costoro lamentarsi reprimo a fatica i miei istinti più biechi. Abbiano almeno la decenza di tacere.
In quanto agli altri val bene un monito: non pensiamo neanche un istante che Berlusconi sia finito. Coloro di cui sopra sono senz’altro disposti a rivotarlo anche domattina se vi fosse l’opportunità. E guardate che non sono pochi…
Luca Craia