Diritto di Dire “Sì, lo voglio”

Il gossip della settimana cade giusto in tempo per il World Pride di Londra, la cui sfilata si terrà venerdì 7 Luglio.

Il fatto è che, sono gay, lo sono sempre stato, e lo sarò sempre e non potrei esserne più felice, sono a posto con me stesso e sono fiero di me.

A scrivere è Anderson Cooper, corrispondente per la CNN. La sua email, inviata il 2 luglio ad un collega del Daily Beast, è diventato il mezzo con il quale il giornalista ha ufficialmente dichiarato la sua omosessualità. Poco importa che Anderson (seppur tra le critiche) sia pluripremiato per i suoi reportage sulla carestia in Somalia, o lo tsunami, il terremoto di Haiti o la guerra in Bosnia, perchè l’argomento della settimana è la sua sessualità.

La notizia di Cooper si inserisce in un più ampio panorama politico, dove i premier di Francia e Regno Unito fanno a gara per mantenere le loro poromesse sulla legalizzazione del matrimonio tra coppie omosessuali.

Scrive la BBC:

Le coppie gay in Francia avranno il diritto di sposarsi ed adottare figli a partire dal 2013, ha annunciato il primo ministro Jean-Marc Ayrault

David Cameron, invece, deve combattere contro la “Coalizione per il matrimonio” (C4M) che a giugno ha presentato una petizione contro il matrimonio tra persone dello stesso sesso, firmata da 500.000 persone, dice l’Independent.

Nel Regno Unito le “civil partenership,”  unioni civili sono legali dal 2005 . E le coppie formate da persone dello stesso sesso possono adottare figli. Lo scorso marzo è iniziata una consulta dei parlamentari, appoggiata dal primo ministro David Cameron, per far sì che entro il 2015 anche il matrimonio diventi un diritto riconosciuto alle coppie gay. Nello specifico si è discusso:

• permesso al matrimonio civile e cerimonia per coppie dello stesso sesso
• mantenimento delle unioni civili e la possibilità di trasformare l’unione in matrimonio
• concessione del matrimonio e cambiamento del sesso all’anagrafe
• divieto a sposarsi con riti religiosi

Il buon tempismo politico, ha voluto che le notizie si inserissero tra un Gay Pride e l’altro.