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Disabili e diritto al lavoro: la legge è efficace?

Da Terzosettoresocialnetwork @TerzoSettoreSN

Disabili e diritto al lavoro: la legge è efficace?“Norme per il diritto al lavoro dei disabili”. È questa la legge n. 68 del marzo 1999. La legge mira a garantire un posto di lavoro anche ai cittadini disabili presentandosi come un superamento della legge n. 482 del 2 aprile 1968. Nel testo emerge il concetto di “collocamento mirato”, volendo in questo modo prendere in considerazione le abilità di ciascun soggetto e offrendo al disabile la possibilità di svolgere un adeguato periodo di formazione caratterizzato da diversi stage aziendali. Rientrano nella tutela della legge quattro diverse categorie di cittadini disabili: in primo luogo si fa riferimento “alle persone in età lavorativa affette da minorazioni fisiche, psichiche o sensoriali e ai portatori di handicap intellettivo, che comportino una riduzione della capacità lavorativa superiore al 45 per cento”; “alle persone invalide del lavoro con un grado di invalidità superiore al 33 per cento”; “alle persone non vedenti o sordomute” (in questo caso si considerano appartenenti alla categoria quei soggetti affetti da cecità assoluta e quelli colpiti dalla sordità fin dalla nascita); per finire la legge si rivolge “alle persone invalide di guerre, invalidi civili e invalide per servizio con minorazioni ascritte dalla prima all’ottava categoria”.


La legge impone degli obblighi anche per i datori di lavoro. Questi devono, infatti, assumere obbligatoriamente almeno il 7% di lavoratori disabili, se si dispone di 50 dipendenti; due lavoratori disabili se si dispone di un numero di dipendenti che oscilla tra 36 e 50, e un lavoratore se il datore occupa da 15 a 35 dipendenti.
Per poter verificare i risultati successivi all’applicazione della legge il ministro del Lavoro e della Previdenza sociale ogni due anni è tenuto a presentare al Parlamento una relazione che tenga conto dei dati che le regioni inviano al ministro annualmente.
Ad essere presi in considerazione in queste relazioni sono i soggetti tra i 15 e i 64 anni, con particolare riferimento alle diverse regioni italiane. Emergono dati discordanti, i quali spesso portano alla luce il divario tra Nord e Sud Italia. In modo particolare, solo nel 2005 il numero di disabili ammontava a circa 526.000 individui.


Risulta, inoltre, che la presenza di disabili è maggiormente concentrata nelle regioni del Mezzogiorno, il 36,6%. I disabili che dichiarano la disoccupazione rappresentano il 38,1% rispetto al 64,% dell’intera popolazione del Paese. Il 78,1% di questi dichiara di avere un lavoro dipendente, mentre solo il 21,9% si confermano lavoratori autonomi.
Se si fa riferimento alla relazione presentata nel 2008, invece, si constata un aumento progressivo del numero dei disabili che risale a 700.000, rispetto ai 426.000 registrati due anni prima. Anche in questa relazione emerge che i lavoratori dipendenti con un elevato tasso di disabilità sono in gran numero superiori rispetto a quelli autonomi.


Nel 2008 il numero dei disabili occupati risultava essere elevato, circa il 58% dei soggetti disabili, infatti, dichiaravano di essere occupati. Quello che maggiormente colpisce, confrontando le due relazioni qui prese in considerazione, è l’attenuazione del divario regionale tra Nord e Sud rispetto al 2005.
La VI relazione, relativa al biennio 2010-2011, mostra una situazione favorevole per i disabili. Infatti, il numero degli occupati sembra essere notevolmente cresciuto, registrando cifre pari a 22.360 lavoratori disabili nel 2010 e 22.023 nell’anno successivo.
In questo caso hanno maggiore rilevanza i contratti a tempo determinato, rispetto a quelli a tempo indeterminato; mentre ancora una volta torna a preoccupare il calo di posti di lavoro nel Mezzogiorno. Nonostante i dati rassicuranti registrati negli scorsi anni, oggi la situazione sembra, al contrario, aver subito una degenerazione non trascurabile.
Secondo un’indagine condotta dall’Istat l’80% dei disabili dichiara di non aver ancora trovato un posto di lavoro. Quello che maggiormente desta preoccupazioni è che i pochi attualmente occupati hanno trovato lavoro non attraverso centri per l’impiego, ma rivolgendosi principalmente a parenti e amici.
Principale responsabile di questa contrazione di posti di lavoro è stata ritenuta la crisi che negli ultimi anni ha colpito l’economia del nostro Paese. Come, infatti, ha sottolineato la responsabile delle Politiche per le disabilità della Cgil, Nina Daita, la crisi ha permesso ai datori di lavoro di recedere dall’obbligo imposto dalla legge 68/99 di assumere soggetti affetti da disabilità.
Non mancano le voci di quanti hanno visto in questa disposizione un tentativo di sfruttare a proprio favore la situazione. Pietro Barbieri, Presidente dell’Associazione Federazione italiana per il superamento dell’handicap, ha dichiarato: «La verità è che le aziende approfittano della situazione per non assumere il 7% di portatori di handicap previsto dalla legge».
Proprio negli ultimi giorni ha suscitato numerose polemiche l’ipotetica chiusura di una nota locanda gestita a Roma da un gruppo di ragazzi disabili. Si tratta della “Locanda dei girasoli” situata nella zona Quadraro a Roma. Anche questo esercizio sembra essere stato colpito dalla crisi dell’ultimo periodo. La rivolta sul web neanche questa volta si è fatta attendere.
Sono immediatamente partiti inviti rivolti a chiunque a riportare in vita questo locale che più di qualsiasi cosa, ha un notevole vantaggio: garantire un posto di lavoro fisso a ragazzi disabili meritevoli come chiunque altro in questo Paese.

Rossana Quarato

La vera cronaca


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