Durante la mattinata è scattato l'allarme. Troppo tardi.
Il petrolio ha raggiunto e intasato il depuratore ed ha iniziato a riversarsi nel Lambro. Il percorso del petrolio è diventato praticamente inarrestabile. Dopo tre giorni "l'onda nera" ha raggiunto il Po, di cui il Lambro è affluente. L'ennesimo sbarramento, allestito nei pressi dell'Isola Serafini a Piacenza è stato superato e prosegue verso Cremona e il mantovano.
La diga di Isola Serafini a Piacenza
La velocità della corrente spinge il deposito di petrolio sulle sponde. I danni arrecati alla flora e alla fauna sono già elevatissimi si aggraveranno quando il petrolio raggiungerà il Delta.
Dal sito WWF Italia:
"Le prime a essere direttamente colpite sono le specie acquatiche, pesci, anatre selvatiche, le colonie di aironi che proprio in questi giorni hanno iniziato a nidificare sulle sponde del Po (vedi nota in coda). Sono decine gli animali ripescati senza vita. Purtroppo i danni di questo sversamento si ripercuoteranno su tutta la catena alimentare, con conseguenze che dureranno nel tempo, e si registrano già gravissime conseguenze sul settore agricolo che gravita intorno al sistema fluviale."