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Disastro nelle Filippine. Il passaggio dell’imponente tifone Haiyan, considerato uno dei più potenti di sempre, ha causato una vera e propria ecatombe umana nelle Filippine. La scia del tifone, che ora si sta dirigendo verso il Vietnam, è costellata da immense distruzioni in un territorio già provato dal terremoto dello scorso mese. Nelle zone più colpite l’elettricità manca ormai da quattro giorni, oltre all’acqua e al cibo. I danni alla rete dei trasporti sono enormi e lo spiegamento dei mezzi di soccorso è quindi reso difficoltoso per l’impossibilità di raggiungere certe aree. L’aeroporto di Tacloban oggi ha riaperto parzialmente, nonostante i danni, per cercare di far arrivare più rapidamente i soccorsi, ma purtroppo è in grado di accogliere solo pochi voli leggeri e quindi la grande maggioranza degli aiuti umanitari, che pure stanno arrivando da ogni parte del mondo, è bloccata dai problemi di trasporto sui luoghi colpiti dal tifone. Le stime del disastro nelle Filippine fanno impallidire: almeno 10mila morti, senza contare tutte le persone che non sono ancora state raggiunte dai soccorsi, le zone isolate e la mancanza di aiuti che potrebbe far insorgere epidemie e aumentare conseguentemente i morti. Nel frattempo, è in atto una robusta gara di solidarietà mondiale per far fronte al disastro nelle Filippine: l’Unione Europea ha stanziato 3 milioni di euro, la Gran Bretagna 7 e gli Stati Uniti diversi mezzi di trasporto, tra i quali navi, elicotteri e mezzi di soccorso. Tutto questo mentre le stime Onu parlano di ben 620mila sfollati, di cui 180mila al di fuori dei centri per evacuati, quindi esposti alla mancanza di cibo, acqua e medicine. I convogli umanitari hanno anche visto l’assalto da parte di gruppi e bande. La situazione è quindi molto critica e si aspetta la riapertura, seppure parziale delle comunicazioni e della rete di trasporti per raggiungere quanto prima le zone ancora isolate. Per evitare di aumentare le proporzioni del disastro nelle Filippine.






