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Discarica di Cavenago, Ecoadda rinuncia all’assicurazione Ras e sceglie un’assicurazione romena diffidata

Creato il 30 ottobre 2014 da Cremonademocratica @paolozignani

Ecoadda, la società proprietaria dell’immensa discarica di Soltarico di Cavenago D’adda (Lodi), ha rinunciato ad avvalersi, per la copertura delle fidejussioni, dell’assicurazione italiana Ras per avvalersi di una compagnia d’assicurazione rumena, già diffidata per aver venduto polizze false in Asia e aver creato problemi all’Ordine dei medici del Veneto. Assicuratori, dunque, che nemmeno possono lavorare in Italia né possono garantire la copertura necessaria del caso.
Lo rivela Mario Forti, portavoce del comitato Noampliamentodiscarica, in conferenza stampa in un bar di Lodi con Nancy Capezzera, ex assessore all’urbanistica dell’amministrazione provinciale Foroni, dalla quale la stessa Capezzera si è associata, continuando ora la battaglia civile con il comitato.
Rivelazione quanto mai inquietante, perché Ecoadda potrebbe fallire, priva di copertura assicurativa, e portare i libri in tribunale. A questo punto la bonifica e la messa in sicurezza toccherà ovviamente al settore pubblico, come sottolinea Capezzera, mentre il privato guadagna come sempre dopo i danni rilevati dall’Arpa e la diffida subito dalla Provincia di Lodi.
E che privato: si tratta della famiglia napoletana Colucci, ormai proiettata negli scenari internazionali, proprietaria di molti impianti di gestione dei rifiuti in tutta Italia, da Torino al Milanese alla Sicilia, titolare infatti di una rete di società che fa capo a Waste Italia e alla nuova società kinesìa, quotata in borsa come se nessun problema esistesse.

La falda acquifera tuttavia è inquinata: azoto ammoniacale, alluminio, manganese, zinco, come rilevato dall’Arpa, che ha rilevato il superamento della quota d’allarme. La discarica, ormai enorme e accresciuta dal conferimento di rifiuti non solo solidi urbani, stata diffidata a proseguire il conferimento. Da tre giorni non entra più un camion, pur dopo l’ultima autorizzazione all’ampliamento.
La stop al conferimento è stato deciso dalla Provincia ma non comunicato alla Procura di Lodi, che comunque dopo l’esposto querela del comitato Noampliamentodiscarica, vuole vederci chiaro. L’inchiesta è già iniziata da mesi: l’esito è molto atteso dal comitato.

Dunque Ecoadda, sostiene Forti, che da anni segue gli sviluppi amministrativi di una discarica piena di misteri e incertezze (rifiuti che arrivano dall’estero addirittura), potrebbe fallire.
Nancy Capezzera sostiene che “dietro c’è la malavita, lo penso e lo dico”.

Nei primi mesi del 2014, dopo anni e anni di vita dell’impianto di Ecoadda, le istituzioni lodigiano chiedono la costruzione di una barriera idraulica, cioè una pompa che dovrebbe aspirare l’acqua inquinata, mentre la sabbia tratterrebbe, sempre sottoterra, le sostanze nocive. Solo nel 2014!
Altri dubbi nascono dal fatto che Arpa ha rilevato dapprima, mesi fa, il superamento delle soglie d’attenzione ed Ecoadda con le sue controanalisi ha smentito: tutto regolare. Non funzionavano alcuni piezometri. Dopo mesi nuove analisi dell’Arpa e risulta il superamento delle soglie d’allarme, non più d’attenzione.
Allora a Ecoadda conviene fallire? In Ecoadda la società pubblica Eal ha una quota minoritaria.

Una lunga vicenda in cui i controlli scoprono danni ma Ecoadda continua ad andare avanti.

La diffida di questi giorni potrebbe essere decisiva. Da tre giorni non entra un camion. Mario Forti inoltre ha chiesto un incontro al neopresidente della Provincia Mauro Soldati. La domanda del comitato è di collaborare: da che parte sta la nuova amministrazione provinciale?

La battaglia non si ferma, tanto più ora, dopo i passi avanti compiuti dal lavoro di studio e di analisi compiuto dal comitato e dal sostegno politico dato da Nancy Capezzera.


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