Il disco che uso per far intendere che è giunta l'ora di smettere di fare casino e che sono lì lì per uccidere qualcuno a coltellate è Tweez degli Slint.
Il disco che più di tutti mi fa pensare che, nonostante la mia pochezza e i miei perpetui fallimenti, forse ci sono alternative al suicidio, è Perfect From Now On dei Built to Spill.
Il disco dei miei pomeriggi di lascivia adolescenziale è Loveless dei My Bloody Valentine.
Il disco che mi ha insegnato a verbalizzare con eleganza il desiderio è The Smiths degli Smiths.
Il disco che da sempre uso per chiudere la bocca a chi pretende di saperne più di me di musica colta è Cruel Sister dei Pentangle.
Il disco che ho inteso solo dopo aver creduto di aver mandato a puttane la mia vita e di non avere più alcun modo per tornare indietro è To Bring You My Love di PJ Harvey.
Il disco che riesce sempre a calmarmi quando ho voglia di far esplodere teste è At Action Park degli Shellac.
Il disco che sto ascoltando ininterrottamente da dieci anni, e che mi accompagnerà fino alla tomba senza smettere mai di ricordarmi che ha senso che io scriva e insegua le mie visioni, è In the Aeroplane Over the Sea dei Neutral Milk Hotel.
Il disco che mi ha fatto capire che certe raffinatissime e complicate osservazioni sul rimorso e sulla vicinanza tra corpi si possono mettere anche in musica senza per questo risultare verbosi è The Glow, pt. 2 dei Microphones.
Il disco che, più di ogni altro, mi trascina indietro nel tempo ad una notte specifica e, per contrasto, mi ricorda dove sono finita, è Spiderland degli Slint.
Il disco che associo al momento in cui ho realizzato che mia nonna stava per morire, e comunque è così bello e trascendentale da farmi sempre venire voglia di ballare è Neon Bible degli Arcade Fire.