Magazine Diario personale

(Dis)connessioni

Da All_aria @all_aria

Un mese fa, mi dice blogger. E quante cose succedono in un mese? Di quante voglio dire? Forse di nessuna. Non sono fatta per le confessioni, non per quelle che pretendono di andare troppo giù. Allora parliamo della superficie, parliamo di dove ci va di andare stasera, di quel che va e non va di fare; ma non chiedetemi altro. Perché in quel caso sarò la persona più sfuggente dell’universo, dimostrerò abilità di fuga degne di pochi, e vi porterò ad ogni festa nel raggio di cento chilometri a fare bagordi notturni. Ma, vi prego, non chiedetemi di me. Volete sapere come sto? Bene, grazie e voi? Fermiamoci ai convenevoli, il mondo va troppo veloce per soffermarsi sulle rotondità di ciascuno di noi, di quelle che ciclicamente incontri di nuovo, per il grande classico “A volte ritornano”, con furore e con amore o con un’immensa capacità autolesionista e distruttiva. Radi al suolo per ricominciare. Quante volte ancora? Massì, che importa? Che ti importa degli altri? Sei sempre tu che scegli, perché è a te stesso che ad un certo punto (o in più punti) dovrai dare delle spiegazioni. Che volete che vi dica? Sì, fa proprio caldo, il mare è bello, la musica è alta, così alta che ti impedisce di pensare, di sentire oltre te. E lasciamoci trasportare dall’egoismo un po’ superficiale del sole che muore oltre le sei, ché non c’è tempo per pensare a domani, non oggi, non mentre il sole tramonta. Andiamo ad oltranza. Fino a quando? Finché ce n’è, finché si può. Ma quanto c’è di tuo dentro te? Non oggi, non è il momento giusto. E quant’è bello il mare che già sa di settembre? Molto, ma non c’è tempo per restare a guardare, che fa venire voglia di guardarti la vita. E vado di fretta. Allora, ciao, ci vediamo domani, o tra un giorno, o un mese, o un anno. Ho una vita da vivere. Non chiedetemi perché.

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