Si è trattato di un disguido tecnico. Nella valigia diplomatica che segue il premier come un'ombra, oltre a quel discorso c'era una relazione riservata (da passare a Vittorio Feltri, direttore di famiglia), sui campeggi giovanili del presidente della Camera Fini. In essa si segnala che da giovane il pupillo di Almirante vinceva sempre la gara di tiro alla fune, ricorrendo al trucco di urlare "Mamma, li Turchi" per metter in fuga tutti gli altri. Nella relazione si aggiunge che poi le notizie trasmesse al giornale di partito cominciavano con l'immancabile descrizione di un soloragazzo rimasto impavido a difendere onore, confini ed autostoppisti della Penisola.
Nel discorso dimenticato in albergo, la solfa era la stessa. Soltanto uno può oggi difendere onore, confini e miss aspiranti alla Camera. Il suo nome è appunto quello di Silvio Berlusconi. Il quale, solitamente poco informato, ha descritto una Costituzione che già dal 1947 ce l'aveva con lui, come adesso la magistratura comunista che l'ha già mandato a casa una volta nel 1994. Ci vuole grande fantasia nel parlare di giudici comunisti nella patria del comunismo, anche se non esiste più l'Urss. C'è poca memoria (come minimo) nell'attribuire alla magistratura di sinistra la colpa che fu in realtà della Lega di Bossi.
Buona memoria ha invece dimostrato Giulio Andreotti nel dichiarare l'8 settembre in tv che l'avvocato Giorgio Ambrosoli, commissario liquidatore di banche controllate da Sindona, "se l'è cercata" la fine che ha avuto l'11 luglio 1979. Il 9 settembre Andreotti si è detto "molto dispiaciuto" che la sua "espressione in gergo romanesco" avesse creato un grave fraintendimento. Come Berlusconi, pure Andreotti ha fatto un discorso diverso da quello che voleva. Signori politici, mettiamoci d'accordo per non essere presi per cretini: fatevi informare, oppure soppesate bene le parole in elegante italiano. Semmai tacete, se la vostra lingua offende la verità accertata. [1007]