La tradizione di invitare personaggi noti in occasione della cerimonia di consegna della laurea in molte università americane è molto diffusa e negli ultimi anni alcuni di essi hanno tenuto discorsi diventati celebri:
Stay hungry, stay foolish – Siate affamati, siate folli – Steve Jobs (Stanford 2005)
Really achieving your childhood dreams – Realizzare i sogni della vostra infanzia
meglio conosciuto come:
The last lecture – L’ultima lezione – Randy Pausch (Carnegie Mellon 2007)
This is water – Questa è l’acqua – David Foster Wallace (Kenyon College 2005)
Oltre ad avere in comune le forti personalità dei relatori e il loro tragico destino, questi tre discorsi meritano di essere messi a confronto perché oltre ad avere caratteristiche differenti, differenti sono proprio i messaggi che lanciano.
Steve Jobs
Il suo Stay hungry, stay foolish si divide in tre parti che lui chiama storie:
- la prima storia parla di unire i puntini e dice che si deve sempre credere in qualcosa, che sia una passione, che sia un hobby, che sia anche qualcosa al di fuori del consueto.
Non importa di che cosa si tratti; ciò che è fondamentale e necessario è fare sempre e comunque cose che ci interessano.
Ciascuna attività per noi interessante e coinvolgente si trasforma, senza che noi ce ne rendiamo conto, in un puntino che ci lasciamo alle spalle e che un bel giorno ritroveremo.
Bisogna avere fiducia nel futuro perché se abbiamo sempre seguito le nostre passioni, alla fine ci sarà modo di unire quei puntini anche se nell’immediato possono apparire senza senso.
In sostanza seguendo le nostre passioni, pur non rendendocene conto, costruiamo qualcosa che un giorno ci sarà utile
- la seconda storia parla di amore e di perdita e si riferisce all’innamorato che non rinuncia pur essendo rifiutato.
Ogni tanto la vita ci colpisce in testa con un mattone, però non bisogna perdere la fiducia. Se qualsiasi cosa si faccia, la si fa con amore, allora un modo per andare avanti lo si trova sempre.
Trovare le nostre passioni dunque: sia nella vita privata che nel lavoro; il lavoro prende una parte importante della vita e l’unico modo per essere soddisfatti del proprio lavoro è fare un lavoro che ci piace. Se non lo si è trovato, si deve continuare a cercare e questo vale sia per il lavoro, sia per le vicende di cuore.
Non accontentatevi, continuate a cercare finché non lo trovate
- la terza storia parla della morte e spiega come in un mondo come il nostro essa abbia un sacco di risvolti positivi: permette il ricambio delle idee, dà modo ai nuovi entusiasmi di prendere spazio, ecc.
Avere consapevolezza della morte dà modo all’uomo di rendersi conto che tantissime cose che ci condizionano come l’orgoglio, la paura del fallimento e così via, non fanno altro che scivolare via di fronte ad essa.
Ricordare che si deve morire è il miglior modo per evitare quella trappola costituita dalla convinzione di avere qualcosa da perdere.
Non c’è ragione per non seguire il proprio cuore.
Il nostro tempo è limitato e dunque non bisogna sprecarlo vivendo le vite degli altri o facendosi condizionare dalle loro opinioni.
Avere questo coraggio, tutto il resto è secondario.
Randy Pausch
Nel suo intervento, dal quale è stato realizzato il libro L’ultima lezione – La vita spiegata da un uomo che muore, Randy Pausch parla dei propri sogni da bambino e di cosa ha imparato cercando di realizzarli.
Quello era un periodo facile per sognare perché quando accendi la tv e vedi uomini camminare sulla luna, ti rendi conto che tutto è possibile e quello che a prima vista può apparire come un fatto negativo, spesso ha invece un altro senso.
Se nel corso della tua vita incontri qualcuno che perde il proprio tempo ripetendoti le stesse cose, significa che pensa che ne valga la pena e dunque crede in te, altrimenti lascerebbe perdere; è il caso del suo coach di football che lo prendeva di mira ad ogni allenamento.
Stessa cosa per ostacoli di lavoro in apparenza troppo difficili da superare.
La lezione è che quando un muro si presenta sul nostro cammino è per una ragione: non è lì per impedirci di fare qualcosa, ma perché noi possiamo mostrare, soprattutto a noi stessi, quanto vogliamo quella cosa.
Pausch racconta diversi aneddoti sia privati che legati alla sua professione e tesse un filo conduttore che alla fine si può sintetizzare in un messaggio finale:
se tu vivi la tua vita nella maniera corretta, allora i tuoi sogni verranno da te.
Si può e si deve essere artefici della propria vita. Come?
- trovando il tempo per divertirsi
- dando il giusto valore a tutto privilegiando le persone rispetto alle cose
- comportandosi correttamente con gli altri
- dire sempre la verità
- chiedere scusa e offrirsi di rimediare quando possibile
- mostrare gratitudine a chi se lo merita
David Foster Wallace
Nel suo discorso This is water al Kenyon College nel 2005, Wallace parla soprattutto delle difficoltà che i giovani laureandi si troveranno ad affrontare una volta usciti dal mondo scolastico.
Per lui fondamentale è il concetto del giorno dopo giorno che la scuola non affronta:
Si parla sempre in occasioni come quelle di prospettive, di carriera, di obiettivi da raggiungere, di inseguire i propri sogni.
Si dice che l’istruzione è indispensabile perché insegna a pensare.
Wallace dà per scontato che gli studenti sappiamo pensare e dunque per lui non è quello l’obiettivo della scuola.
Quello che deve essere insegnato per davvero è il saper scegliere le cose a cui pensare; questa è la discriminante, ciò che fa la differenza.
Nessuno ti prepara alla routine e alla noia della vita day by day.
Nessuno avvisa quei ragazzi che stanno per ritirare la tanto agognata laurea, che nel giro di pochi anni la maggior parte di loro si troverà in una realtà nella quale il vero tempo da vivere, già di per sé pochissimo, verrà fagocitato da tutta una serie di situazioni che porteranno frustrazione su frustrazione secondo un circolo vizioso senza via di uscita.
A meno che non siano preparati a tutto ciò e riescano a riconoscere e scegliere quelle cose per cui valga la pena spendere tempo.
A questo devono servire la scuola e l’istruzione, ad essere in grado di scegliere cosa è importante per ciascuno di noi e non farsi trascinare dalla società fino a vivere una vita non nostra.
La storiella dei pesci e dell’acqua sta a dimostrare che troppo spesso non ci si accorge della realtà nella quale viviamo e soprattutto quanto sia importante averne coscienza perché la posta in gioco è veramente molto alta.
Questo è sostanzialmente il riassunto dei tre discorsi.
Mettendoli a confronto si possono ben vedere tre differenti modi di atteggiarsi rispetto alla vita e dunque le diverse personalità dei relatori.
Due di questi tre discorsi, il primo e il secondo, quelli cioè di Steve Jobs e di Randy Pausch, risultano abbastanza simili come approccio, ma solo se letti in maniera superficiale.
Il terzo, quello di David Foster Wallace, è completamene diverso dagli altri, sia come punto di vista, sia come obiettivi.
Randy Pausch cerca di spiegare agli studenti come possa una vita diventare soddisfacente mettendo in pratica una serie di buoni comportamenti che a loro volta innescheranno nelle altre persone una positività molto simile.
Una sorta di insegnamento cattolico sul genere fai agli altri ciò che vorresti fosse fatto a te, oltre ad un atteggiamento sempre positivo e propositivo.
Affronta la vita col sorriso e la vita ti sorriderà.
Ovviamente sto banalizzando un po’, ma è per rendere l’idea.
Steve Jobs ha evidentemente un altro modo di porsi nel mondo: più individualista, più competitivo.
Se c’è qualcosa che ti appassiona, qualcosa in cui credi, prendilo, portalo avanti, fallo tuo.
Sempre.
Qualsiasi cosa sia.
Anche se pare perfettamente inutile.
Alla fine ti servirà.
Non arrenderti mai; ascolta gli altri, ma non farti condizionare e non perdere tempo in cose che non ti interessano veramente.
Il tempo è poco e prezioso.
David Foster Wallace lancia un messaggio completamente diverso:
state attenti
State attenti perché il mondo non è come ve lo immaginate, state attenti perché farsi trascinare dal vortice delle banalità senza rendersene conto è fin troppo facile.
State attenti che la velocità e lo stress della vita rischiano di portarvi via e mangiarsi tutto il tempo che avete a disposizione.
Dovete fare attenzione al contesto in cui vi troverete a vivere, per poter essere veramente voi a scegliere come spendere il vostro tempo e non lasciare che sia il flusso degli eventi e le abitudini degli altri a farlo.
O almeno rendersi conto della situazione; esserne consapevoli non significa riuscire a farlo, ma non esserlo affatto è molto, molto pericoloso.
Si rischia di finire travolti da una routine nel migliore dei casi insoddisfacente.
Per questo è assolutamente necessario evitare di farsi ipnotizzare dall’ininterrotto monologo che si svolge nella nostra testa.
State attenti, non sapete quanto è alta la posta in gioco.
E’ semplicemente la vostra vita.