(Dis)crimini invisibili

Creato il 26 novembre 2013 da Davideciaccia @FailCaffe

Associazione ProgettarSi (capofila), AlmaTeatro, Associazione AlterEva, Associazione Persefone , Associazione Giosef presentano: (Dis)crimini invisibili – Alla ricerca degli indizi nascosti. è un progetto educativo volto a  stimolare la sensibilità critica delle studentesse e degli studenti delle scuole superiori e dell’università al riconoscimento di fenomeni di discriminazione di qualsivoglia natura e origine.  

Annamaria, Sara, Margherita, Irene, Anael, Kimia, Patrizia, Khadija, Chiara, Francesco. Sono loro i protagonisti del lavoro teatrale che ha concluso il progetto (Dis)crimini Invisibili, finanziato dalla regione Piemonte, e organizzato da alcune delle più importanti associazioni sul territorio torinese.

Il progetto è iniziato nel maggio 2013. La prima parte, teorica, è stata un periodo di formazione su quelle che l’Unione Europea ha individuato come le sei principali macro-aree del discrimine: il sesso (direttiva sulla parità di trattamento tra uomini e donne in materia di accesso ai beni e ai servizi, direttiva sulla parità di trattamento fra uomini e donne), l’orientamento sessuale, la disabilità, l’età e la religione o convinzione personale (direttiva sulla parità di trattamento in materia di occupazione), la razza o l’origine etnica (direttiva sull’uguaglianza razziale). Durante questa prima parte di educazione non-formale, i partecipanti sono stati spronati alla riflessione su questi temi, e sono stati invitati all’analisi e alla condivisione della propria esperienza personale rispetto a questi argomenti.

Poi a Settembre è iniziata la parte della formazione come facilitatori di dibattiti per alcuni. Gli altri si sono lanciati, invece, nel laboratorio teatrale. Un laboratorio teatrale è sempre un’esperienza forte. Si vive a stretto contatto con un ristretto gruppo di persone per lunghissime ore di lavoro, ed è un lavoro, prima di tutto su sè stessi. Ci si confronta, talvolta ci si scontra, ci si ricrede, ci si ripensa. Ancora di più quando il contenuto del lavoro che si sta presentando è così denso che, a pensarci, ti senti vittima e carnefice allo stesso tempo. E mentre monti un pezzo dello spettacolo, smonti un pezzo della tua vita. Mentre rielabori un brano da leggere, rielabori anche l’esperienza che ti porti dentro e che finora ti è rimasta lì, attaccata alle viscere, fino a che quella parola non ti ha fatto sbloccare.

Ed eccolo qui questo gruppo (tutte ragazze e un solo ragazzo) che oggi presenta la propria esperienza (a tratti molto personale) ad un pubblico di studenti. “Abbiamo forzato un po’ le tematiche su alcune scene – raccontano – perché volevamo entrare bene nelle teste di questi ragazzi, che forse loro a volte non ci pensano. Almeno io alla loro età non ci pensavo!E invece è importante pensarci. Pensare che in base al sesso del nascituro ci saranno una mole immensa di aspettative sul suo futuro, ad esempio. Stai seduta composta, gioca con le bambole (anche con quelle con il velo o con il rosario tra le mani), torna presto, non fumare (se sei una ragazza). Devi essere virile ma gentile, deve diventare ingegnere, dottore, presidente della repubblica (se sei un ragazzo). Pensare che tutto quello che la società detta come “normale” altro non è che una costruzione, fatta da secoli e secoli di storia, certamente, ma che non è invariabile per l’eternità, anzi si modifica continuamente, e siamo noi che la modifichiamo.

Decostruire per ricostruire la realtà che ci circonda. Raggiungere una certa consapevolezza. Qualsiasi sia la propria opinione, una consapevolezza su tutte quei invisibili discrimini quotidiani, in cui non è più l’individuo che conta ma l’ideologia, lo stereotipo. Forse serve proprio a questo riportare le tematiche sociali a teatro e nelle scuole. A far riflettere. A decostruire. A renderci più consapevoli. A rimettere l’individuo al centro. Invito tutti quelli che si trovano dalle parti di Torino ad andare a vedere questo spettacolo, ancora in replica domani mattina per le scuole alle Officine Corsare, e giovedì sera ai Murazzi Student Zone. Andateci, riscoprirete cose non banali, di cui forse, troppo spesso ci dimentichiamo. Bravi ragazzi e complimenti a chi ha guidato il progetto!

PresentazioneNuovo alfabeto, prossimo futuro”

28 NOVEMBRE ORE 21:30
MURAZZI STUDENT ZONE, arcate 26 e 30 dei Murazzi del Po’

Anteprima
26 novembre ore 10:00 presso il TYC, via Faà di Bruno 2

Anteprima per le scuole
27 novembre ore 9:30 e 11:30 presso il TYC via Faà di Bruno 2


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