Sugli scafisti dall’Albania: «Faremo un’eccezione per chi porta belle ragazze».
Sul caso Ruby: «Meglio appassionato di belle ragazze che gay».
Sugli sturpi: «Evitarli? Servirebbero tanti soldati quante belle donne».
A una precaria: «Da padre il consiglio che le do è quello di ricercarsi il figlio di Berlusconi o di qualcun altro che non avesse di questi problemi. Con il sorriso che ha potrebbe anche permetterselo».
Agli studenti universitari: «Potrei consigliare loro di utilizzare il loro tempo per fare la corte alle belle ragazze».
A me pare possibile che le dichiarazioni di un primo ministro abbiano qualche effetto sul comune sentire. Azzardando una previsione sul risultato di questa diseducazione sessuale di massa a reti unificate, nei prossimi anni avremo uomini di destra insigniti del titolo del consumatore-edonista, che vedranno la donna come oggetto di consumo, gadget di piacere e status symbol della posizione sociale, e poi avremo uomini di sinistra incastrati nel loro tipo misogino-incazzato, che vedranno la donna come oggetto di consumo degli uomini di destra, prototipo dell’ochina stupida, dell’arrampicatrice sociale o della naturale traditrice delle giuste cause.