La diagnosi dei disturbi specifici dell’apprendimento spetta a un’equipe multidisciplinare composta da neuropsichiatra infantile, psicologo e logopedista. Dopo l’anamnesi sulla storia del bambino, si passa a una batteria standardizzata di test di intelligenza, lettura, scrittura, matematica, attenzione, memoria, capacità di linguaggio e visuo-motoria.
Nel test di lettura, il bambino deve leggere ad alta voce liste di parole che esistono, liste di parole che non esistono e brani. Si misurano così velocità e correttezza. Per la comprensione del testo si usa un questionario a risposte multiple. Per la scrittura c’è il dettato. Per la matematica i test riguardano la padronanza di addizioni, sottrazioni e moltiplicazioni, il confronto di quantità, l’abilità di conteggio, la lettura, scrittura e ripetizione di numeri. I test sono lunghi da somministrare e complessi da elaborare. Per questo vanno effettuati da esperti.
Per la dislessia è importante valutare la velocità di lettura che viene misurata in sillabe lette al secondo (sill/sec). Se la velocità di lettura di un bambino si discosta da quella media di 2 deviazioni standard (una sorta di intervallo di tollerabilità), allora il ragazzo è certificabile come dislessico. Nella diagnosi di dislessia si utilizza anche un’ampia batteria di test che comprende anche la valutazione dell’attenzione selettiva. Il test di Stroop (foto in alto) consiste nel pronunciare il colore (incongruente rispetto al testo) di una lista di colori. In questo caso il bambino deve inibire la tendenza automatica a leggere le parole e prestare attenzione al solo colore dell’inchiostro.
Ma adesso vediamo quali strategie possono essere utilizzate dai bambini affetti da dislessia, discalculia, disgrafia e disortografia, per studiare meglio.
- Gli strumenti giusti. Libri parlanti ed e-book, lezioni registrate, mappe concettuali e mentali, cartine, pc, tavola pitagorica, regoli, linee dei numeri, calcolatrice, tabella delle misure e delle formule geometriche.
- Concedere più tempo. Gli insegnanti dovrebbero prevedere tempi più lunghi per le esercitazioni scritte, preferire le verifiche orali, ridurre i compiti, esonerare dalla lettura ad alta voce e dalla dettatura (una tortura che comporta un enorme stress), non chiedere di copiare dalla lavagna (è come chiedere di copiare dal cirillico a uno studente “normale”), ma fornire fotocopie equivalenti o file digitali.
- Testi in stampatello. I testi per le verifiche dovrebbero essere sempre scritti in stampatello maiuscolo perché lettere come B, D, P, Q si confondono meno rispetto al minuscolo b, d, p, q. Mentre l’insegnante spiega, la cosa migliore che un bimbo dislessico possa fare è concentrarsi e ascoltare e basta, magari preferendo un posto al primo banco.
- Niente appunti. Per quelli si possono fare le fotocopie del quaderno dei compagni, tutti i giorni, per ogni materia, o chiedere a turno a un compagno di classe di usare la carta carbone. Per evitare distrazioni, può essere utile un foglio bianco di carta con cui copiare la sezione di libro su cui non si sta lavorando.
- Girare i quaderni. Un trucco per le operazioni di matematica: se si dispone soltanto di fogli a righe, girarli in modo tale da incasellare i numeri nelle colonne verticali.
Fonte: Focus. Scoprire e capire il mondo. N. 270 – Aprile 2015