«le altre potenze, Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia, non intendono intervenire; a meno che - ha ricordato il Presidente francese Hollande, ieri - Assad non compia il crimine di usare le armi chimiche. Come se i jet, gli elicotteri, l'artiglieria pesante, non bastasse, già, a provocare tutto questo.»
«c'è un paese (...) in cui la situazione è ormai fuori controllo e la comunità internazionale fa finta di non accorgersene; anzi, a volte esprime preoccupazione anche fortissima ma non fa come ad esempio è avvenuto in Libia, cioè intervenire per frenare il mattatoio.»Fra l'altro nel servizio che seguiva, se non ricordo male, si definiva l'Arabia Saudita un «alleato storico di Damasco» (?!), il che sarebbe uno strafalcione indegno di una testata così prestigiosa.
Per Mentana, e forse anche per la Goracci, il modello libico sembra quindi auspicabile per risolvere la crisi siriana. Un'intervento militare preparato da una serie di bufale propagandistiche pompate dai nostri media e smontate ad esempio dal giornalista Rai Amedeo Ricucci in un intervista rilasciata a Libera TV (2) e in un'ottima puntata della trasmissione La storia siamo noi dall'eloquente titolo Guerra, bugie e TV (3); madre di tutte le bufale fu quella sulle tombe del cimitero di Tripoli spacciate per fosse comuni di oppositori e sui 10000 morti assassinati dal regime nella fase precedente all'invasione straniera.
Sembrano dimenticare poi la spirale di pulizia etnica scatenata da milizie legate al CNT contro la popolazione nera (4). Su questo punto ricordo un'altro servizio del Tg3 - al quale va però riconosciuto il merito di aver dato spazio a riflessioni scottanti su alcuni aspetti di questa guerra, come ad esempio la "provvidenzialità" della morte del colonnello Gheddafi, che da vivo rischiava di mettere in forte imbarazzo molti "capoccia" occidentali - che mostrava alcuni prigionieri neri, presentati come «presunti mercenari di Gheddafi», che sobbalzavano al rumore di una raffica di mitra, evidentemente un'esecuzione. Il commento dell'inviato suonava più o meno così: «chi non aveva pietà nel giorno del trionfo, oggi sobbalza per una raffica di mitra»; dando per scontato che quei "negri" fossero per forza ex-miliziani gheddafiani e criminali di guerra. (Perché si sa: le truppe regolari libiche del vecchio regime e i gheddafiani sono per forza tutti criminali e tagliagole). Forse rendendosi conto dell'opera di disinformazione di cui ci si stava rendendo responsabili, lo stesso servizio fu riproposto il giorno successivo, ma con un commento molto più equilibrato.
(1) http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-94f1a385-d9c2-4996-b423-7136241b2d2b-tg3.html#p=(2) Ecco tutte le bugie che ci hanno raccontato sulla Guerra libica, Libera TV, http://www.libera.tv/videos/1151/ecco-tutte-le-bugie-che-ci-hanno-raccontato-sulla-guerra-libica.html(3)Guerra, bugie e TV, La storia siamo noi, http://www.lastoriasiamonoi.rai.it/puntata.aspx?id=827Sui miti diffusi dalla propaganda bellica segnalo anche: Maximilian C. Forte, La Top Ten dei Falsi Miti sulla Guerra in Libia, Peacelink, 31 agosto 2011; http://www.peacelink.it/mediawatch/a/34656.html Pubblicato originariamente sulla testata americana online CounterPunch.org.(4) Lorenzo Cremonesi, Incendi, terrore, caccia all'uomo. La città dei neri non esiste più, Corriere.it, 16 ottobre 2011; http://www.corriere.it/esteri/11_febbraio_23/libia-cronaca_1938f84a-3f45-11e0-ad3f-823f69a8e285.shtml. Libia: il Cnt aveva dato l'ok alla caccia al nero, Globalist.it, 1 novembre 2011; http://www.globalist.it/Detail_News_Display?ID=2939&typeb=0&Libia-il-Cnt-aveva-dato-l-ok-alla-caccia-al-nero.(5)Giovanni Sarubbi, Una via pacifica alla soluzione della crisi, Il Dialogo; http://www.ildialogo.org/cEv.php?f=http://www.ildialogo.org/noguerra/NotizieCommenti_1328967644.htmSulla vicenda siriana rimando inoltre a una selezione di articoli del cronista dell'Indipendent Robert Fisk, pubblicati in italiano del Fatto Quotidiano (http://www.ilfattoquotidiano.it/blog/rfisk/); al sito http://www.contropiano.org/ o - con qualche cautela - al rito sibialiria.org/, forse eccessivamente orientato su posizioni alternative.