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Disparità tra uomini e donne nell’Unione europea

Da Maurizio Lorenzi

Disparità tra uomini e donne nell’Unione europea

In Europa sono più numerose le donne o gli uomini? E tra gli anziani? La proporzione di donne a rischio di povertà o di esclusione sociale è superiore o inferiore a quella degli uomini? Come variano i tassi di occupazione delle donne e degli uomini in base al livello di istruzione?

I dati diffusi da Eurostat in occasione della Giornata internazionale della donna dicono, in sintesi, che le donne sono più numerose e più longeve degli uomini. Ma questo sembra l’unico vantaggio. Per il resto sono maggiormente esposte al rischio di povertà e a quello di esclusione sociale e sono penalizzate sul mercato del lavoro. L’istruzione riduce le disparità tra i sessi, ma non le elimina del tutto.

Nei 27 paesi dell’Ue vivono, in totale, 257 milioni di donne e 245 milioni di uomini, ossia 105 donne ogni 100 uomini. Un po’ più numerose le donne italiane: 106 ogni 100 uomini.

Le donne, si sa, vivono mediamente più a lungo degli uomini, e questo diventa evidente nella fascia di età di 65 anni e più, dove vi sono 138 donne ogni 100 uomini. In alcuni paesi le donne anziane sono addirittura il doppio rispetto agli uomini: ad esempio in Lettonia (208 donne ogni 100 uomini), in Estonia (204) e in Lituania (197). Sempre in questa fascia d’età, in Italia vi sono 137 donne ogni 100 uomini.

In tutti gli Stati membri la proporzione di donne a rischio di povertà o esclusione sociale è superiore a quello degli uomini. Nell’Unione europea, infatti, 62 milioni di donne (24,5% di tutte le donne) e 54 milioni di uomini (22,3% di tutti gli uomini) sono a rischio di povertà o di esclusione sociale. Concretamente, ciò significa che queste persone sono esposte ad almeno uno dei seguenti fattori: rischio di povertà, deprivazione materiale grave, famiglie a bassissima intensità di lavoro.

In tutti gli Stati membri, la proporzione di donne a rischio di povertà o di esclusione sociale è superiore a quello degli uomini. Le maggiori differenze si registrano in Italia (26,3% per le donne contro il 22,6% per gli uomini), Austria (18,4% e 14,7%) e Slovenia (20,1% e 16,5%). Una situazione di quasi parità si ha invece in Estonia, Lettonia, Lituania e Ungheria (con differenze di meno di 1 punto percentuale tra uomini e donne).

Più è alto il livello di istruzione, minori sono le differenze tra i tassi di occupazione delle donne e degli uomini.

Il tasso d’occupazione medio nell’Ue è 64% per le donne e 78% per gli uomini, ossia una differenza di ben 14 punti percentuali. La disparità tra i sessi si riduce nell’Ue quando aumenta il livello di istruzione. Tra coloro che hanno un livello d’istruzione corrispondente alla nostra scuola media inferiore, il tasso di occupazione è del 43% tra le donne e 65 % negli uomini, una differenza di 22 punti percentuali (pp). Tra la popolazione con un diploma di scuola media superiore il tasso di occupazione è del 67% per le donne e del 79% per gli uomini, ossia una differenza di 12 pp. Per quelli con un livello di istruzione universitaria, lo scarto si riduce a soli 6 pp: 81% per le donne e 87,4% per gli uomini. Pur con qualche variazione, questo fenomeno è stato registrato da Eurostat nella maggior parte degli Stati membri. In Italia, gli scarti tra uomini e donne sono di ben 34 pp al livello della scuola media inferiore, 18 pp tra la popolazione con un diploma di scuola media superiore e 10 pp al livello di istruzione universitaria.

tratto da www.laboratoriopoliziademocratica.blogspot.com


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