Finché l'inceneritore funzionerà e il teleriscaldamento resterà com'è, nelle condizioni attuali, nulla può cambiare, chiunque paghi bollette che molti non hanno compreso. E' stato dimostrato da utenti, avvocati, cause vinte in tribunale, che le bollette in diversi casi non rispecchiavano la realtà e che i distacchi sono stati compiuti. Chi non paga resta senza luce, gas, riscaldamento. E' giusto? No. Le condizioni minime per vivere umanamente e dunque poter lavorare quando le condizioni di salute lo consentono vanno garantite altrimenti anche la macchina dell'economia perde un pezzo: il possibile lavoratore, la persona che ha bisogno di vivere e comprare alimentando così il capitalismo. Chi non produce va cancellato? Ci sono persone che mangiano ma non producono, non pagano? Bisogna ripetere il discorso nazista? No. I liberali non dovrebbero buttar via preziosi e molteplici frammenti di Pil: servono al loro meraviglioso sistema.
Che il consiglio comunale voti un provvedimento o l'altro, è un altro argomento rispetto alla realtà dei tubi. Il teleriscaldamento non va e soprattutto non può essere ammissibile far funzionare il teleriscaldamento con il calore prodotto dall'inceneritore. E' almeno un problema economico e occupazionale, perché il riciclo dei rifiuti fa Pil e posti di lavoro. Bruciare risorse lascia molta insoddisfazione sul territorio. La si pensa diversamente? Bisogna che qualcuno paghi le bollette qualunque importo presentino (anche 800 euro d'acqua calda d'estate, come nel caso di una famiglia cremonese)? Bollette in cui appaiono voci poco chiare?
Allora qualcuno, tramite forme di solidarietà o gli utenti stessi tramite i lavori socialmente utili, pagherà. Il teleriscaldamento e le bollette però continuano a presentare problemi reali, di funzionamento degli impianti e di scarsa trasparenza di alcune voci di costo.
Sulle unioni civili delle persone omosesssuali resta almeno una drammatica questione ancora aperta: l'eredità. Se due gay o due lesbiche convivono, succede che dopo un'esistenza passata insieme l'eredità che spetterebbe al coniuge (cioè la metà del patrimonio disponibile, visto che un terzo può essere lasciato a chiunque) non sarà data al convivente omosessuale, bensì a un parente, piuttosto allo zio d'America. Che senso ha? Si chiede impegno, fedeltà, senso del dovere e poi si nega l'eredità a chi ottempera?
E' un problema di soldi, non di moralità. Crema aveva risolto la questione con chiarezza: un registro delle coppie di fatto. Cremona no, aspetta la legge nazionale, forse per il timore di clamorose denunce con richiesta di risarcimento danni. Pur di calpestare e schiacciare l'autonomia delle istituzioni democratiche rispetto ai poteri economici, taluni sarebbero pronti financo a ricorrere alla Corte europea dei diritti umani o almeno all'italica Cassazione.
Il centrosinistra cremonese non ha risolto i problemi reali: ha invece curato la propria immagine e si è autotutelato anche perché demonizzato dall'avversario politico.
Un bel discorso del sindaco - serio e intelligente, ben sette pagine rispettabilissime per dire che c'è un vuoto normativo e che serve una legge - e nello stesso giorno sul giornale unico del blocco di potere cremonese trovasi stampato che il Comune dice no ai gay per la gioia dei cattolici di Voglio la mamma. E nello stesso tempo ecco l'altra notizia che il Comune si batte contro i distacchi ovvero s'impegna su un fronte più importante. No, finché gli impianti funzionano in quel modo ci sarà morosità proprio a danno dei più deboli. E qualcuno pagherà bollette enigmatiche che non dovrebbero pesare tanto sui più deboli.
Non per nulla circola la proposta di rendere proporzionali al reddito anche le tariffe e le bollette, allineandole all'Isee. Lo ha sostenuto ad esempio Ettore Manes a Cremona, mentre il Comitato Antisfratto si batte da tempo per la stessa buona causa come il Comitato acqua pubblica, e il consenso è ampio anche se pochi si pronunciano perché hanno paura di ritorsioni.
