Distratto – storia di superficie

Da Eucuri

Quel tuo neo sulla guancia destra che appariva tra le lentiggini. Ah, e anche le tue lentiggini: un quadro monocromo di Seurat. Cercavo di guardarti negli occhi, ma mi distraevano le tue gote. Le fossette che si creavano quando sorridevi sembravano abissi da riempire con le mie insicurezze. Mi distraevano. Il tuo mento, con quella sorta di buchino nel centro. Impossibile da non notare. Mi distraeva dai discorsi seri. Le tue labbra asimmetriche mi facevano sentire instabile. La tua fronte aveva una macchiolina invisibile ai più. Ma non a me. E mi distraevo. Ti ho intravista qualche giorno fa. Da tempo ti sei rifatta una vita. Purtroppo, guardando meglio, anche il viso con la chirurgia. Forse non hai mai capito quanto mi avesse fatto innamorare di te tutto quel perdermi nelle tue perfette imperfezioni. Come avresti potuto capirlo dai miei silenzi? Forse non sono mai stato capace di dirtelo perché, per tutto il tempo, ero distratto.

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