Come dev'essere brutto per la mamma, povera mamma, il fatto che lei non quadra.
Questa parola si sente di solito a scuola, all'ora di aritmetica. Se l'operazione viene eseguita bene, il maestro Hidas annuisce e basta, ma in caso contrario dice: "Non quadra, figliolo". In questi casi si deve prendere il cancellino e cominciare a cancellare quello che abbiamo scritto, dall'alto verso il basso, perché la soluzione è sbagliata. Se il problema non quadra vuol dire che i calcoli sono sbagliati. Ma cosa significa che un bambino non quadra? Che è sbagliato?
Cosa diceva papà? Sofi era in terza elementare, quando cominciò a portare a casa delle pagelle sempre più sconfortanti. Mentre la mamma rigirava tra le mani il libretto con i voti, sbalordita, papà si era messo a ridere, aveva scosso la testa e aveva detto: "La bambina non quadra, è così? Cosa di questo genere non le trovi in nessuno dei tuoi libri".
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Si può essere malati per un po', dopo di che si guarisce. Ma la sicurezza che le malattie, una volta venute, poi ogni volta se ne andassero, era svanita da quando non c'era più papà. Perché ci sono malattie che passano, ci sono malattie che non si possono curare, anzi solo rapide, infide, capaci di render muti i malati e di non fa finire loro le frasi.
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Il vecchio l'aveva trovato già in piedi, non dovette neanche fare il letto, perché l'aveva rassettato egli stesso. Faceva bene a muoversi, a usare le gambe, perché quando si facevano lavorare le parti sane del corpo, anche quelle malate si sentivano costrette a comportarsi come se non lo fossero. "Bisogna essere severi con le fratture" le ripeteva sempre papà. "Perché le ossa rotte sono vigliacche, e se noi urliamo forte, quando sono già nel gesso, si spaventano e obbediscono".