Magazine Diario personale
Prima di cominciare a (s)parlare del programma, vorrei enunciare il mio curriculum. Mi sento titolata per parlare dell'argomento perché ho maturato una certa esperienza, dopo avere visto le mie amiche sposarsi una a una, nei modi, giorni e mesi più improbabili, incluse le versioni "a sorpresa" e "non te lo volevo dire ma mi sono sposata". Ho visto la versione UK e irlandese su Rai5, più tutte le trasmissioni possibili e immaginabili su Realtime sull'argomento e il sabato mattina faccio colazione davanti a WeddingTv guardando i filmati dei matrimoni altrui. Al momento sono in bilico tra la nausea, la voglia di non farlo MAI e la voglia assurda di sposarmi domani. E' un bel dilemma, ma questo non è il tema del post.
Per chi non conoscesse il programma, in ogni puntata la produzione separa una coppia di promessi sposi e fornisce lo sposo di15.000 Euro per organizzare il matrimonio in 3 (sì, tre) settimane. Nel budget ci deve stare tutto: catering, abiti, fotografo, fiori...e qualsiasi cosa vi venga in mente (cioé molto poco altro). Gli sposi non possono sentirsi durante l'organizzazione e la sposa è ignara di tutto fino alla fine. La puntata ruota quindi attorno al dramma esistenziale dello sposo che non sa gestire un budget e non conosce la sposa, e la sposa che vive nell'ansia per tre settimane.
Già alla seconda puntata, si può dire che è un reality, anzi, c'è veramente poco di reale. Le mie supposizioni sono suffragate da prove:
- la sposa e le sue amiche, non importa in quale momento/occasione vengono riprese, hanno sempre i capelli appena fatti, possibilmente con i boccoli da ferro (ancora ve lo devo dire che BASTA?)
- le rispettive mamme compaiono raramente. Andiamo, dove l'avete visto che le mamme non mettono becco, soprattutto in questi eventi? Le mamme vivono per questo!
- gli inviti vengono spediti al massimo 3 settimane prima della data. E la gente si presenta! Certo, in UK non è un problema, lì manco vanno da parrucchiere. Ma in Italia, in Italia signora mia, tre settimane non bastano nemmeno per pensare di prenotare il parrucchiere, figurati per essere pronti.
- la sposa per gioco può andare a provare i vestiti dove vuole (per gioco, perché sarà lui a scegliere l'abito dove e come vorrà) e casualmente finisce sempre negli atelier più in (Le Spose di Giò), mentre lui si reca al massimo da Sciro, o mago der satèn.
Il programma è pensato da due menti: il più importante è un uomo, perché l'immagine che ne esce è che le donne (in generale, non le partecipanti) sono tutte isteriche riguardo al matrimonio. In fondo, non serve iniziare a pianificare il tutto un anno prima, a impazzire per i dettagli, fare un mutuo, quando un uomo in tre settimane e con un budget non enorme riesce a organizzare tutto in maniera forse non perfetta, ma di cui la sposa sia molto felice. La mente maschile ovviamente è quella che fornisce anche le pastigliette calmanti alla sposa durante le interviste. Solo così si spiega la placidità con cui affrontano il fatto che lui non abbia previsto, che so, parti del vestito o le tovaglie.
La mente femminile invece è quella che mette il luce come un uomo non abbia idea dei costi di nulla, se gli dài dei soldi, per decidere come spenderli deve bere una birra per iniziare a pensare e soprattutto, non conosce la taglia della donna con la quale dorme da anni. Non degli abiti, non delle scarpe, non sa nemmeno indicare quanto è alta a spanne. Agli uomini serve un libretto delle istruzioni.
E tu, sposa, tu che lo conosci: sai che parteciperai a questo programma, lo sai da mesi, perché accidenti non gli lasci istruzioni dettagliate? Hai presente quel quandernino che stai compilando diciamo, da quando hai 6 anni, in cui hai incollato quelle dieci-venti(mila) foto di abiti, di bouquet, di bomboniere? Questo è il momento di tirarlo fuori e farlo memorizzare allo sposo. Di scrivere casualmente sullo specchio del bagno la tua taglia e il tuo numero di scarpe e che vuoi/non vuoi il velo. Di lasciare in giro per casa, sempre casualmente, quel paio di scarpe che hai comprato alla svendita di Jimmy Choo in previsione dei tempi futuri. Nei mesi che precedono le riprese, devi ripetere a nastro minacce non velate: caro sposo, se ti viene un'idea NON seguirla. NON pensare. Attieniti al Libro Rosso della Sposa! Questa è l'unica strategia che può funzionare. Altrimenti sapete che succede?
Ho visto sposi:
- organizzare grigliate come pranzo di nozze (il mio ideale) mentre la sposa non mangia carne
- organizzare grigliate di maiale, quando tutta la famiglia della sposa è musulmana
- comprare una coroncina alla sposa che aveva chiesto espressamente un velo
- scegliere abiti a sirena mentre la sposa è stata ripresa affermare "Tutto tranne a sirena"
- organizzare come animazione uno spettacolo di ballerine hip hop
- spendere il 30% del budget per un week-end con dieci amici
- scegliere di mangiare con le posate di plastica perché non ci sono soldi per le vettovaglie.
Da un confronto con le versioni straniere, una cosa evidente è che in Italia la prendiamo sempre in quel posto: con la stessa cifra più o meno (12.000 sterline) i migliori sposi in Inghilterra riescono a organizzare anche addio al celibato e nubilato (della durata di un week-end) e a farci stare i vestiti delle damigelle. Da noi arrivi a malapena al pranzo di nozze e a un vestito di seconda mano per la sposa, senza l'intimo.
Vorrei inoltre lanciare un messaggio per i produttori di scarpe da sposa: fermatevi. Liberate il mondo dal bruttume che state immettendo nei negozi. Basta. Le scarpe da sposa fanno tutte inesorabilmente schifo. Sono brutte. Hanno delle punte che nemmeno nei peggiori anni '90. "Perché devono vedersi dal vestito" dicono. Ma vaffanculo! Non si vedranno MAI sotto l'abito. E in genere sono rivestite di un materiale talmente delicato che si rovinerà al momento alcolico della festa (perché c'è sempre quel momento, vero???), essendo perlopiù bianche, saranno immettibili in un'altra occasione. MA costano un fottio. Se almeno in un vestito da sposa ci vanno metri di tessuto e tanto lavoro di sartoria, che giustifica un prezzo più alto (anche se poi, in alcuni casi, una volta indossati non ne valeva davvero la pena), vi prego di spiegarmi cosa c'è in una scarpa da sposa che giustifichi certe cifre. Non la marca, non i materiali, non il design. Cosa resta? LA FUFFA. Le scarpe da sposa dovrebbero essere stupende. E devono essere indossabili in altre occasioni. Invece le spose in genere poi le bruciano, per evitare di ricordare che le hanno indossate. Le più caritatevoli le lasciano in pace in fondo all'armadio, della mamma però. Nella casa nuova non ci possono entrare!
Confesso che sono stata tentata di contattare il programma quando avevo visto il messaggio scorrere in sovra-impressione su Italia1. Perché non l'ho fatto? Il Cavaliere Impavido sta già sovrintendendo ai lavori della casa, cosa che gli/mi/ci causa abbastanza stress. Aggiungere il carico da novanta avrebbe potuto dargli la mazzata finale. E di tutto il matrimonio, che potrei con media serenità far organizzare a lui, c'è una sola cosa che mi importa e sulla quale non potrei delegare, cioé l'abito. Soprattutto dopo avere visto i regali in abbigliamento che mi ha fatto scegliendoli da solo (a pensarci bene l'ultima volta è stato lustri fa). Ma se la studio bene, alla prossima edizione ce la posso fare. Mi mancano solo due capitoli del libretto delle istruzioni: come trovare l'abito che avrò già acquistato, e come azzeccare la data che avrò già prenotato.
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