L'arte è asimmetrica.
Scordatevi parallellismi grafico visivi in un'opera d'arte.
L'artista non lavora alla ricerca di equilibrio o specularità così come il poeta rifugge il paragrafo giustificato.
La simmetria la ritrovi nelle macchie di Rorschach ma solo perché derivano dalla piegatura del foglio, come si faceva da ragazzi quando si sperimentava con le tempere e non avevamo una psicopatologia da diagnosticare.
L'arte è asimmetrica e la Natura lo sa... e come ce lo dice?
Coi papaveri ce lo dice.
I papaveri mi fanno impazzire. Dateci un occhio mentre portate i figli in palestra o li prendete da scuola o vi catafiondate a un appuntamento galante. La loro incoerente disposizione è espressione pura di bellezza.
Un pointillisme naturale e disorganico che adorna il nostro campo visivo con pennellate estemporanee di colore.
Guardateli i papaveri a comporre con la stessa naturalezza una macchia fitta e rigogliosa qui, una linea sbilenca poco più in là o, ancora, un rado assembramento o una media fioritura. Apparentemente senza un vezzo grafico nello stretto ma a ingioiellare il mondo se solo vi allontanate un attimo.
A filo strada, sul balzo scosceso, nell'ampio respiro di un campo oppure ostinati e aggrappati a un pugnello di terra secca tra una pietra e l'altra di un muro.