Non potevamo dare inizio a questa nuova bucolica rubrica se non con il fiore simbolo del mese di novembre, perlomeno a queste latitudini: il crisantemo (Chrysànthemon in greco, composto di chrysòs = oro e ànthemon = fiore, “fiore d’oro”).
Siete stanchi delle solite brutture?
Odiate il grigio in tutte le sue sfumature?
Avete sfidato gli psicologi delle Forze Armate ammettendo, al questionario dei tre giorni, che sì, vi piacciono i fiori?
La primavera è la vostra stagione preferita?
Se avete risposto sì ad almeno una di queste domande, questa pagina è per voi.
Altrimenti, giratela.
Secondo molti, è in Italia un fiore ingiustamente bistrattato, poiché associato al culto dei morti e quindi, a quanto mi risulta, non fra i fiori più regalati a chi ancora è vivo e vegeto.
Eppure nelle culture orientali ed in particolare in Giappone, dove nella sua variante a sedici petali è il fiore nazionale e simbolo ufficiale della famiglia imperiale, il crisantemo è simbolo di vitalità e gioia.
E il fatto che fiorisca in autunno, stagione della decadenza e preludio dell’inverno, lo rende ancora più prezioso.
Probabilmente anche nel mondo occidentale cristianizzato, almeno nelle intenzioni, il suo significato simbolico è analogo: se è vero che secondo i cristiani la morte “terrena” dà inizio ad una “nuova vita” , l’1 e 2 novembre si ”festeggia” proprio quel “passaggio”; quale fiore migliore del crisantemo, allora?
Avranno mica scelto il mese di novembre per questo motivo?!
Se qualcuno ha la risposta, mi faccia sapere. Io non ne ho proprio idea.
Tornando alle regioni del Sol Levante, esistono diverse leggende giapponesi legate a questo fiore, ve ne riporto un paio.
La prima narra di un giovane, che dovette partire per la guerra abbandonando la sua casa e la sua sposa.
Passò del tempo, finché gli fu concesso un periodo di licenza.
Con questo stratagemma ella riuscì a trattenere lo sposo per molto tempo, ma quando ripartì, lo volle accompagnare fino al campo, poiché il re, per quel ritardo, lo voleva punire.
Allora la sagace donna fece contare al re i petali del fiore, riuscendo a convincerlo che il giovane non si era trattenuto a casa un giorno di più di quanto gli fosse stato ordinato.
La seconda leggenda ha invece come protagonista una graziosa fanciulla di nome Masako, che viveva in un villaggio con i suoi genitori.
Un giorno suo padre dovette partire per la guerra; quando si seppe che non sarebbe mai più tornato, sua madre si ammalò così gravemente che Masako cominciò a temere di perdere anche lei.
Purtroppo Masako trovò fiori con non più di sette petali, ma non si perse d’animo: tagliò ogni petalo del fiore prescelto in innumerevoli striscioline, corrispondenti ad altrettanti giorni.
E fu così che nacque il crisantemo.
Leggende a parte, pare che questo fiore sia originario della Cina e che la sua coltivazione sia iniziata intorno al V secolo a.C. Nel corso del tempo, si è diffuso in Corea e in Giappone.
In Europa, e in particolare in Olanda, i primi crisantemi furono coltivati alla fine del 1600; nell’arco di un secolo arrivarono in Francia, Inghilterra e Italia (dove la notizia della prima fioritura di un crisantemo, all’orto botanico di Pavia, fu del 1795).
All’inizio eraro una rarità esotica, ma col tempo se ne diffuse la coltivazione casalinga, tanto che comparvero nei ricettari europei: i petali più delicati venivano aggiunti alle insalate, mentre gli altri si usavano per profumare zuppe, minestroni e arrosti di carne o pesce.
Provare per credere.
Attualmente pare che siano una voce fondamentale della floricoltura italiana: la loro produzione è concentrata soprattutto in Liguria, Campania, Lazio, Toscana, Puglia e Sicilia.
Varietà note di crisantemo, suddivise in base al tipo di infiorescenza:
A FIORE D’ANEMONE: i petali più esterni formano una corona di una o più file, intorno al grande disco centrale, con petali tubolari ben sviluppati;
INCURVATI: petali lingulati e numerosi, che vanno a formare una palla ripiegandosi verso l’alto;
POMPON: petali lingulati più piccoli e dritti, a formare una palla;
INTERMEDI: petali lingulati e ripiegati in modo disordinato;
RICURVATI: fiori lingulati e numerosi, ripiegati verso il basso a formare una palla;
SPRAY: infiorescenze piccole riunite in mazzi;
SEMPLICI: molto simili alle margherite, di colorazioni varie.
Il crisantemo fiorisce quando le ore di buio superano quelle di luce (quindi in autunno), entrando in riposo vegetativo in primavera.
Sono resistenti al freddo e si adattano a tutti i tipi di terreno, purché ben drenati; se volete dar loro spazio nel vostro giardino, vista la stagione sarebbe meglio scegliere un luogo soleggiato e riparato sia dalla pioggia che dal vento.
Se volete ottenere delle infiorescenze più grandi, dovete procedere a cimature successive: dalla fine di aprile si cima la parte finale dello stelo principale, più avanti usciranno numerosissimi getti laterali che andranno eliminati, lasciandone solo alcuni ben distribuiti lungo il fusto.
Sarà poi necessario continuare a rimuovere sia gli eventuali germogli che tenderanno a spuntare che i boccioli più piccoli attorno al principale.
Se volete anche farli propagare, potete prelevare, ad inizio primavera, i giovani germogli che tendono a formarsi alla base delle piante, facendone delle talee.
Le piantine potranno essere in seguito trapiantate, non appena avranno formato un consistente numero di radici.
Esistono molteplici varietà di crisantemi, che differiscono tra loro per lunghezza dello stelo, forma e dimensioni della corolla, numero di petali e colori, davvero numerosissimi (vedi riquadro).
Per non parlare del prezzo.
Non me ne vogliano i produttori di crisantemi, ma per le festività dei morti avrei una proposta: non sarebbe più bello ricordare chi non è più con noi portando sulle loro tombe quelli che erano i loro fiori preferiti? Sempre che l’abbiamo mai saputo…
Liberiamo quindi il crisantemo da questa associazione forzata e sdoganiamolo per ogni occasione!
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