By AeRRe
La pianta floreale di questo mese è una di quelle che almeno una volta nella vita avrete visto a casa di una qualche vostra zia e vi sarete detti “Uh, belli quei fiori! Chissà che pianta è?!”
Siete stanchi delle solite brutture?
Odiate il grigio in tutte le sue sfumature?
Avete sfidato gli psicologi delle Forze Armate ammettendo, al questionario dei tre giorni, che sì, vi piacciono i fiori?
La primavera è la vostra stagione preferita?
Se avete risposto sì ad almeno una di queste domande, questa pagina è per voi.
Altrimenti, giratela.
Il genere Amaryllis comprende piante bulbose provenienti da molto lontano: le coste del Sudafrica. Ne esistono diverse specie, di cui una delle più famose è l’Amaryllis belladonna, comunemente conosciuta con il nome di amarillide.
L’amarillide è una pianta dal grande bulbo tunicato o vestito (cioè ricoperto da un involucro simile a quello dell’aglio, ad esempio); le sue foglie verdi carnose e lanceolate, di colore verde intenso, compaiono dopo la fioritura; i suoi fiori sono trombiformi, profumati, riuniti in gruppi di 6-10 e di svariati colori.
Sappiate che il nome Amarillide ha origini antiche: è lo stesso che portava la bella fanciulla decantata, zampogna alla mano, dal pastore Titiro, nelle Bucoliche di Virgilio (I secolo aC), e deriva dal verbo greco amarysso, che significa “splendere”.
Dei maligni sostengono che sia anche conosciuta con il nome di “suocera e nuora”, perché le corolle dello stesso stelo sbocciano dandosi sempre le spalle.
Altro nome attribuitogli è “femmina nuda”, perché fiorisce quando è priva di foglie.
Se volete coltivare a casa vostra una bella pianta di amaryllis, potete metterla in un vaso all’interno delle vostre quattro mura, per colorare il clima autunno-invernale insieme all’alberello natalizio.
Se avete la fortuna di possedere un giardino e magari un muretto esposto a sud, ecco, dietro quel riparo sarebbe perfetto. In ogni caso, l’amaryllis preferisce esser posizionata in pieno sole o mezz’ombra. E magari è meglio se ricoprite il terreno con una pacciamatura di foglie secche.
Però decidetevi alla svelta, perché le fioriture migliori si hanno quando le piante non vengono spostate dal loro habitat: sono tipe piuttosto abitudinarie.
Se vi regalano dei semi di amaryllis, siate cautamente riconoscenti, perché c’è per voi una notizia buona ed una cattiva. Cominciamo dalla buona: i semi sono rari e preziosi (“Wow! Come i diamanti!”). La cattiva invece è che impiegheranno cinque o più anni prima di fiorire la prima volta. Sempre che proprio quei semi non siano sterili…
Se amate il rischio ma desiderate con tutte le vostre forze un’amaryllis fiorita entro il prossimo inverno, meglio che vi procuriate dei bulbi, che non costano comunque poco (tra i 10 e i 15 Euro cadauno).
Una curiosità: lo sapevate che il bulbo e altre parti di questa pianta sono velenosi?
Pare che sia tutta colpa del loro contenuto in sostanze alcaloidi, tra cui la bellamarina (non lasciatevi ingannare dal nome…), che possono provocare vomito, diarrea, tremori e addirittura convulsioni.
Nell’uomo in realtà sono stati osservati solo casi di intossicazioni lievi, prevalentemente in Sudafrica; gli altri animali in genere sono meno fortunati, dopo essersene fatti una scorpacciata (letale).
In virtù di questa loro tossicità, le popolazioni indigene africane ne utilizzavano il succo per “medicare” la punta delle frecce.
Ma non fatevi venire strane idee, adesso.
Se non volete tirarvi la zappa sui piedi, fate molta attenzione a non ingerire alcuna sua parte e quando la maneggiate usate i guanti, per evitare irritazioni cutanee.
[di Steven Myers]
Nel linguaggio dei fioriamaryllissimboleggiaeleganzafierezzabellezza splendente timidezza
Nel genere Amaryllis per lungo tempo venne classificato pure l’hippeastrum, ma fate attenzione: è un simulatore!
Viene spesso confuso con l’amarillide perchè molto simile, ma c’è un trucco per smascherarlo: i suoi fiori si sviluppano contemporaneamente alle foglie, nel periodo primaverile. Proviene infatti dal Sudamerica, è meno rustico e resistente alle intemperie.
Per le prossime feste quindi, più amaryllis e meno stelle di natale!!!
Ché tanto, se vi manca “il dono”, anche quest’anno le allegre piante dalle foglie rosse vi appassiranno sotto il naso entro la prossima primavera.