“Le persone felici non hanno storie” dice Carol Topolski, io non sono particolarmente d’accordo anche perché so un sacco di storie e mi ritengo una persona felice.. Vero è, però, che le storie degli infelici raggiungono spesso il successo, mentre chi è felice è talmente pieno della sua felicità che spesso si dimentica di raccontare le proprie storie.. così oggi parliamo di alcune storie non proprio felici che però aprono la strada alla felicità, anche solo non potendosela permettere..
Il saggio Chirone si chiese una volta: siamo mosche in una bottiglia, o pesci nella rete? È più sensato cercare l’uscita o accettare con rassegnazione la sorte? Oppure c’è una terza immagine per descrivere la nostra condizione umana, ed è il labirinto?
- Ce lo spieghi – disse Pilar, cercando di saltare a tempo con lui.
– Ebbene sì – disse l’uomo-uovo con una piroetta – siamo dentro un labirinto. Possiamo solo accorgerci che ci sono strade cieche chiuse, e cercarne altre. Forse non vedremo mai l’uscita. Ma possiamo ogni volta imparare qualcosa. Eppure spesso l’avventuroso cammino degli uomini si ferma. La mosca pensa che la bottiglia è l’unico mondo, il pesce si dibatte e impreca, Teseo continua a percorrere la stessa ceka strada. Cosa temono cosa mi trattiene dallo sperare e dall’avventurarsi? Ebbene, hanno paura delle molte strade, delle differenze.
La citazione viene da Achille piè veloce, un libro di Stefano Benni che è entrato nella mia vita grazie al prestito di un amico (grazie Ema) e che consiglio a chiunque ami Stefano Benni e abbia voglia di affacciarsi ad una vita difficile da comprendere oltreché da vivere, ovvero la vita di Achille.. giovane, deforme, sensibile, solo e ricco di esperienze immaginate e mai vissute. È evidente che non si tratta di un giallo, ma la storia è un mistero di paradossali verità e lisergiche assurdità, per cui ne consiglio ugualmente la lettura a chiunque trovi il tempo e tutto il resto che serve a godersi un buon libro e chiudo con un’altra citazione (fantastica) da questo volumetto..
La vita di un puntuale è un inferno di solitudini immeritate.
Viva gli amici che non solo ti prestano, ma a volte persino ti regalano libri.. questo grazie è per Vale senza la quale non avrei scoperto Sei per la Sardegna.. una piccola donazione che a sei mani la letteratura ha fatto ad un’isola ferita, come molte parti d’Italia in questi giorni da una pioggia assassina.. troverete poesia e racconti brevi sapientemente miscelati, tra i quali il mio preferito resta L’eredità di Michela Murgia, di cui una sola citazione spero vi indurrà alla lettura completa.
È una ricchezza che non suona quella della conoscenza.
Neanche La vita facile è propriamente un giallo, anche se c’è un omicidio che d’altronde come accade solo in Colombo, ha un colpevole chiaro e definito fin dall’inizio anche se la polizia non riesce a catturarlo. L’ho comprato oltre un anno fa, perché volevo qualcosa da leggere che avesse per protagonista la città di New York, proprio prima di andarci e comprendere che nessun libro, neanche il migliore del mondo può raccontare New York.. Poi durante quel viaggio in realtà ho letto un Nero Wolfe strepitoso, di cui ho già scritto mesi addietro e così La vita facile è rimasto indietro, sepolto dalla quotidianità, dalle cose da fare, dal lavoro, dalla televisione.. La mia compagna l’ha letto prima di me e in uno di quei rari momenti in cui ti fermi e riprendi a fare le cose che ti piace fare è riuscita a farlo tornare in superficie, così l’ho cominciato e finito e poi meditato per un pezzo..
Il taxi della qualità della vita. Se mai avesse un’idea originale, gli creperebbe di solitudine.
Un libro freddo anche se umano, che racconta un’omicidio accaduto per sbaglio e tutte le sue inspiegabili conseguenze sulle quotidianità disperate che gli ruotano attorno. Testimoni certi che si scoprono inattendibili, interrogatori chilometrici e mancati esami alla paraffina a causa di burocrazie mal gestite; secondo Panorama “Definire La vita facile, ultimo romanzo di Richard Price, un poliziesco, sarebbe come dire che I promessi sposi è una storia d’amore”.. In effetti il poliziesco non risponde affatto alla collocazione di questo romanzo, in una biblioteca sarebbe più corretto trovarlo nella letteratura contemporanea, ma questo vale per molti libri in cui si narra di omicidi.. a me hanno colpito le descrizioni fatte dal punto di vista dei protagonisti, ognuno dei quali ha una sua visione della medesima realtà, che è diversa dalla realtà oggettiva, ammesso che esista e che tutte le realtà non siano invece compresenti proprio perché dettate dal punto di vista di chi guarda. Ho di recente visto un film tratto da un altro romanzo di Richard Price, che anche se non l’ho detto è l’autore di La vita facile e nonostante la trasposizione cinematografica arriva, fredda come la morte, la consapevolezza che le persone sono preda di un destino ridicolo (mi si conceda la presa a prestito dal titolo di un vecchio libro firmato a quattro mani da Fabrizio De André e Alessandro Gennari)..
Nota a piè di pagina: Ci sto ancora lavorando, ma sarà comunque scaricabile a breve l’e-book di Delittuosamente.. per leggere gli articoli di questo blog anche quando la rete non c’è.. quindi scaricatelo, leggetelo e soprattutto venite a commentare sul blog!